Formula 1, Bernie Ecclestone: lo sfregio a Michael Schumacher, "un arrogante"
Il 13 maggio 1950, giorno in cui la Formula 1 cominciò la sua avventura a Silverstone, Bernie Ecclestone era lì. I ricordi di quel giorno e dei 70 anni della Formula 1, l'ex boss del Circus fino al 2018, li racconta in una intervista al Giornale: e non risparmia nessuno. "Io c'ero quel 13 maggio. E non solo ero lì, ma correvo. Non partecipavo alla gara principale, ma in quelle che venivano chiamate Support races, la Formula 500, la Formula 3 di oggi. Con me in pista c'era anche Stirling Moss, lo ricordo benissimo". Oggi vive in Brasile in una piantagione di caffè con la sua terza moglie. Diventerà padre per la quarta volta. "Non è semplice scegliere il nome che poi una persona si deve portare dietro per tutta la vita. Sarebbe meglio dargli un numero. Chiamarli con un numero, poi far scegliere a loro il nome quando compiono 18 anni". Nelle ultime interviste ha molto criticato Mattia Binotto, il team manager della Ferrari: "Non ho parlato male di lui. Ho solo detto che è un super, super ingegnere in Ferrari da tantissimo tempo e che conosce tutto della Ferrari. Ma è una cosa differente essere ingegnere e essere team principal. Un manager deve essere spietato per raggiungere i suoi obiettivi. E invece credo che lui sia molto sensibile e davvero un nice guy. Ma per fare quel lavoro ci vuole gente come Todt o Toto, caratteri diversi. Ho sempre pensato che Flavio Briatore sarebbe stato la persona giusta per la Ferrari. Se Flavio vede qualcuno bravo in un'altra squadra se lo prende. Non so se Binotto farebbe lo stesso, dovendo lasciare a casa uno dei suoi". Ma la la Formula 1 può esistere senza Ferrari? "Non potrei mai immaginare la Formula 1 senza la Ferrari. La Formula 1 è la Ferrari e la Ferrari è la Formula 1. Potrebbe succedere, ma proprio io non riesco a immaginarmela".
La “bolla” della Formula 1: il metodo che potrebbe far ripartire tutti gli sport
Il pilota migliore questi primi 70 anni? "Io ho sempre detto Alain Prost. Andando indietro credo si debba includere Stirling Moss e Fangio. Ma sono tempi diversi, auto diverse. Mi chiedo quei ragazzi potrebbero vincere oggi? Probabilmente no, perché oggi per guidare devi essere più o meno un computer e quella era gente che se ne fregava dei computer: voleva solo guidare". Ecclestone poi parla anche di Michael Schumacher e Ayrton Senna: "Se Ayrton fosse sopravvissuto avrebbe vinto molti più campionati di quelli che ha vinto e forse Michael ne avrebbe vinti meno. Michael era un po' arrogante, pensava sempre di essere meglio lui della macchina e non conosceva i limiti, però era un vincente. Eri sicuro che avrebbe portato a termine il lavoro che gli avevi dato da svolgere". Crede che la Formula 1 ripartirà quest' anno?
"Credo che ripartirà in Austria a luglio e possa riuscire a organizzare 18 gare. Sarebbe un bene per tutti. La gente vuole veder ripartire il calcio, i motori, il mondo".