Christian Vieri, l'ex bomber videochiama gli ex compagni di squadra e li fa confessare davanti a 70mila spettatori
Ad un certo punto, i collegati sono 67mila. Lele Adani sta raccontando un aneddoto dei tempi all' Inter: «In ritiro a Brunico, Bobo Vieri arriva in anticipo di dieci minuti per il pranzo e siccome non volevano farlo entrare "sfonda la porta della sala". Aveva voglia di insalata». Vieri se la ride. Noi altri, davanti allo smartphone, pure. Mentre le televisioni cullano i loro spettatori con programmi già trasmessi in passato, Vieri, forse proprio perché anche lui annoiato dai programmi di cui sopra, ne inventa uno suo.
Ogni sera chiama un amico in diretta su Instagram. Uno soltanto, all' inizio: spesso Nicola Ventola, i cui siparietti sono già un cult. Nasce un talk-show in cui due ex giocatori dialogano come se non ci fosse nessuno ad ascoltarli. Non c' è studio, non ci sono telecamere, così quasi si dimenticano di quei 67mila. Bobo, ad esempio, ricorda la visita a casa di Robbie Keane, appena arrivato all' Inter: «Mi chiede se voglio qualcosa da bere. Apre il frigo: aveva dentro 300 birre!».
Poi gli amici sono diventati due, tre, cinque: chi viene cercato e chi si offre, benvenuti, a casa Vieri c' è spazio per tutti. Ma va fatta una scaletta. E Bobo appunta i turni. Diventa un programma televisivo che non ha bisogno della tv, ma ha tutti gli ingredienti del successo: la diretta, la freschezza, l' autenticità. Gigi Di Biagio va dritto al grande aneddoto: la fuga dal ritiro prima di un Inter-Modena. Lui e Bobo evadono in pigiama perché faceva caldo. Ma niente discoteche, come si era detto ai tempi: quante volte i giornalisti ci ricamano sopra? Altre volte invece rimane tutto tra le mura dello spogliatoio, come quando Pippo Inzaghi, in Nazionale, inganna il Trap: «Bobo ha un problema all' adduttore», disse al ct nell' intervallo di Italia-Azerbaigian, pre-Mondiale 2002. Trapattoni aveva azzardato il tandem pesante, con Totti alle loro spalle, ma Pippo sapeva che ad inizio ripresa avrebbe tolto uno dei due. Non lui: fuori Bobo. «Esco e tiro una bottiglietta al Trap, che si gira e mi chiede "perché lo hai fatto?". E io: "perché mi hai sostituito". E lui: "Pippo mi ha detto che stavi male"», ricorda Bobo, ridendo. Inzaghi puntualizza: «Segnai una doppietta».
Mentre parla Cassano («Ad Euro 2004 potevamo andare più avanti: eri in formissima, poi ti sei fatto male»), Ronaldo commenta per scritto con un messaggio. Fantantonio esprime ammirazione: «L' unico vero Ronaldo, il Fenomeno». Quest' ultimo è acclamato, Vieri mantiene la promessa: «Ronnie!». Si parla di Taribo West, inesauribile fonte di storie: «Lo sfidai con l' Under 15 del Brasile, lui era nell' Under 20 della Nigeria.
Quando arrivai all' Inter, nelle distinte aveva la mia stessa età», racconta il Fenomeno. «Non si sa quanti anni abbia», aggiunge Vieri.
Bobo ne ha per tutti, e tutti ne hanno per lui. Veron lo sgrida: «Avrei voluto giocare con te quando mi prese la Lazio». Con Matri invece l' incontro è avvenuto extra-campo: «Brocchi mi disse di chiamarti per la serata al Pineta. Arrivi e chiedi: "Chi gioca nel Prato?", la tua squadra delle giovanili. Alzai la mano». Si trascende il calcio, con Valentino Rossi che invita Bobo a Tavullia, ma sempre lì si torna: Totti esonera Vieri per il calciotto, o meglio, è quest' ultimo a chiamarsi fuori («Peso 106 chili: ho fatto due volte le scale e volevo chiamare l' ambulanza»). Poi l' ex capitano giallorosso confessa: «Non sono più rientrato a Trigoria. Accompagno mio figlio ma sto fuori. Non me la sento». Hernan Crespo, in televisione, non avrebbe mai strizzato l' occhio a Bobo sulla gestione di Cuper: «Avevo comprato casa a Milano, stavo benissimo all' Inter. Dopo dieci giorni mi vendono al Chelsea. Tu, Bobo, avevi fatto casino sui giornali. Ma sono cosette che il nostro amico mister faceva». E il precedente, tra le righe, fu l' addio di Ronaldo dell' estate precedente.
Poi spunta Kallon, altro attaccante di quei tempi interisti, tra i più desiderati dal pubblico: Bobo lo cercava da due giorni. Racconta che sta frequentando il corso di allenatori con Pirlo, ma vive a Houston, dove allena le giovanili. Diventa un' intervista dove Bobo fa la parte del giornalista. Allora è chiaro: stanno rivoluzionando la comunicazione nel calcio, senza nemmeno saperlo. Con due telefoni appoggiati sul tavolo, intrattengono il pubblico divertendosi e divertendo.
Non perché sono bravi o famosi, ma perché possono raccontare le loro storie in libertà, inedite ma familiari al pubblico. Vieri è uno di noi, e noi siamo Vieri. Non esiste più il confine, infatti appena un grande ospite termina la diretta, rimane connesso per guardare quella successiva. E commenta, in mezzo agli altri 60mila. Così anche lui diventa uno di noi.
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