Serie A, con i contratti in scadenza se si va oltre il 30 giugno vanno rivisti tanti prestiti
Qui nessuno la fa facile, ma neanche troppo difficile: «Presto torneremo a giocare» e ok, come andrà, andrà. Il campionato avrà i suoi vincitori e i suoi vinti, ce lo hanno detto in tutte le salse, ci abitueremo alle partite ogni tre giorni, probabilmente tutte all' imbrunire (e comunque con parecchio caldo), ovviamente senza pubblico, sul var ci faranno sapere, possibile che introducano la possibilità di fare cinque sostituzioni e, magari, anche quella di utilizzare le mani se troppo stanchi (non è vero, cioè, quella delle mani, le altre sì). Avremo il calcio, probabilmente già a inizio giugno, ma se per tutti i "fastidi" qui sopra elencati possiamo anche tapparci il naso, resta in piedi una questione di difficile soluzione, quella legata ai contratti in scadenza e dei giocatori che si sono già accordati per la prossima stagione con altra squadra.
soluzione da trovare Sì dirà, «prolunghiamoli» e in effetti non si può fare altrimenti, ché quelli mica possono giocare senza accordi e garanzie, il problema è che non sarà così semplice. Ci si immaginava fosse tutto molto "naturale", con i club che prima chiedono di tagliare gli stipendi ai giocatori e poi glieli allungano, ma ancora non sappiamo se trattasi di soluzione praticabile. Il capo dell' ufficio legale della Fifa, Emilio Garcia Silvero, di recente ha escluso questa soluzione: «La Fifa non può prorogare la scadenza dei contratti oltre il 30 giugno. I giocatori potranno liberarsi, ma non potranno firmare per altri club, perché la finestra di mercato non si aprirà il 1° luglio». Chiarissimo. Stesso discorso per i giocatori attualmente in prestito: torneranno alle squadre di appartenenza, ma non potranno essere utilizzati.
E, dunque, cosa faranno le società con i giocatori costretti a una sorta di "limbo"? Gli esperti del portale calcioefinanza.it hanno provato a dare una risposta e si sono logicamente fermati di fronte alla norma che indica il 30 giugno come termine della stagione e, di conseguenza, dei contratti. Il paradosso a questo punto - e salvo soluzioni illuminate - è che diverse squadre dovrebbero terminare la stagione con rose diverse rispetto a quelle con cui hanno ricominciato dopo la sessione di mercato invernale. Logica vuole che questa possibilità venga esclusa e che "a monte" il calcio prenda decisioni univoche, che escludano possibili (probabili) contrasti tra federazioni, sindacati dei calciatori e singoli club. Esempio pratico (tra i tanti): Petagna. L' attaccante della Spal ha già firmato un contratto che lo lega al Napoli a partire dall' 1 luglio 2020. Che fa? Continua con i ferraresi? E se dovesse infortunarsi? Oh, speriamo di no, ma certe cose nel calcio sono all' ordine del giorno, soprattutto con partite a raffica e giocate in piena estate.
"Da tecnico direi di no...": Serie A, la bocciatura dal comitato. La ripresa? Una decisione politica