Coronavirus, ciclismo a rischio collasso: possono chiudere 3 squadre su 4
Senza corse il ciclismo rischia il collasso. Con la crisi scoppiata per il coronavirus ci sono squadre che tagliano stipendi con il timore più che concreto che chiudano bottega. Il sistema ciclismo, scrive il Giornale, ruota tutto attorno al Tour de France. Se si correrà la Grand Boucle, gran parte del movimento potrebbe salvarsi, se questo non dovesse accadere, lo smantellamento del World Tour la Champions League del ciclismo è quasi certo. Intanto alcune squadre si sono già portate avanti con il lavoro, sforbiciando stipendi, licenziando personale o come per il caso dei team francesi ricorrendo alla cassa integrazione.
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Un taglio del 30% è già stato dato in casa Astana, la formazione kazaka che può vantare corridori del calibro di Jakub Fuglsang o degli italiani Fabio Felline e Manuele Boaro. Taglio del 70% per il Team Bahrain-McLaren di Mikel Landa, Mark Cavendish e dei nostri Sonny Colbrelli, Enrico Battaglin e Damiano Caruso. Ben più drastica la misura adottata dal team-manager americano della CCC Team Jim Ochowitz, che è arrivato a ridimensionare gli stipendi dei corridori dell' 80% con atleti del calibro di Greg Van Avermaet, oro olimpico a Rio, così come per i nostri Matteo Trentin, Alessandro De Marchi, Jakub Mareczko e Fausto Masnada. Sforbiciate sono arrivate anche in casa della Lotto-Soudal, formazione belga di Philip Gilbert e Cabel Ewan.