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Buffon e l'uscita sui pari combinati: "Si sa, meglio due feriti che un morto"

Il portiere della Juventus difende Conte: "Non ho paura di perderlo, che conosce il calcio sa come vanno certe cose..."
di Giulio Bucchi domenica 27 maggio 2012

2' di lettura

Tanto schietto ed onesto da sembrare eretico, quasi fuori luogo. Gigi Buffon ormai ci è (e ci ha) abituato, ma anche l'ultima uscita travolgente, da kamikaze, per usare le parole del presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi "ha alzato un polverone". Cos'ha detto il portiere della Juventus? Che a fine campionato, è normale che due squadre si accordino, in campo, per non farsi male. Perché "sono meglio due feriti che un morto". Parole dette in un contesto già di per sé spinosissimo, il calcioscommesse, con la difesa d'ufficio di Buffon al suo tecnico Antonio Conte accusato dal suo ex giocatore al Siena Carobbio di aver sistemato i risultati di alcune partite nel campionado di B dello scorso anno. "Non ho paura di perdere Conte - ha detto a Sky - perché lo conosco, E poi perché conosco il calcio e ho già sentito che moltissimi giocatori del Siena hanno dato delle versioni completamente diverse da quelle accusatorie". "Sempre successo" - Quel "conoscono il calcio" apre la porta al botto: "Chi conosce il calcio e vive il calcio - prosegue Buffon - nella propria testa può avere già in mente cosa possa essere accaduto e cosa accade in certe situazioni, che sicuramente non è nulla di negativo o nulla che possa far pensare alla malavita o a qualcosa del genere. Se a due squadre va bene il pareggio? Sono affari loro. Alcune volte, se qualcuno ci pensa bene, cosa devi fare?". "In alcuni casi si dice: meglio due feriti che un morto - glossa con tanto di proverbio il portierone della Nazionale -. E’ chiaro che le squadre le partite se le giocano e sarà sempre così. Penso che ogni tanto anche qualche conto è giustificato farlo". Accordi e scommesse - A prevenire le prevedibili polemiche arriva subito Tommasi, che questa mattina era in visita a Coverciano nel ritiro della Nazionale di Prandelli, che sta preparando l'Europeo di giugno. "Gigi lo sappiamo che cerca di spiegare quello che è il suo pensiero senza peli sulla lingua, e soprattutto in questo periodo, dove non ci sono partite, le parole che non riguardano il campo, fanno rumore. Credo che le sue intenzioni erano quelle di spiegare quello che è sotto gli occhi di tutti: una competizione di lunga durata, vive anche sul pareggio di una singola partita". Quindi il distinguo: "E' stato alzato un polverone perché si sta parlando di altro, di partite dove il pareggio non andava bene ad entrambe le squadre e magari con la macchinazione di qualcuno". Un conto, dunque, è l'aumma aumma tra calciatori, in campo. E un altro è il giro di soldi e ricatti che col pallone hanno poco a che vedere.

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L.P.