L'orgoglio non basta all'Italia di Prandelli. A Salvador de Bahia, nello spareggio per il primo posto del girone in Confederations Cup, il Brasile padrone di casa batte gli azzurri 4-2. Neymar dà spettacolo, Balotelli no, e i gol di Giaccherini e Chiellini regalano solo l'illusione di potercela giocare fino alla fine. Ma in generale i verdeoro hanno più talento e condizione. Però la squadra di Prandelli, contro tutti i pronostici, pur decimata da squalifiche e infortuni, finisce in crescendo di brillantezza. Perlomeno, mettiamo da parte un po' di ottimismo in vista della semifinale, quasi sicuramente con la super Spagna di Xavi e Iniesta. La solita leggerezza - Il primo tempo regala un'inizio da incubo. Nei primi 45 secondi Chiellini salva su Oscar a due passi dalla porta quindi è Buffon miracoloso su Hulk. Sembra il prologo di un massacro e invece l'Italia si riassesta. Niente di clamoroso: davanti Balotelli è troppo solo, il centrocampo sbaglia tanto, ma perlomeno in difesa c'è ordine e questo basta. La stellina Neymar stenta a decollare, Hulk e Oscar sono fumosi. David Luiz entra durissimo su Supermario e viene ammonito. Nel momento migliore degli azzurri arrivano in pochi minuti due infortuni pesanti: prima Montolivo accusa giramenti di testa e vertigini, quindi Abate si fa male alla spalla dopo un contrasto con Neymar. Al loro posto, rispettivamente, entrano Giaccherini e Maggio. Quando tutti già pensano all'intervallo, al 45' arriva la leggerezza difensiva dell'Italia su una punizione dalla trequarti: cross, testa di Fred, paratissima di Buffon e tap-in vincente di Dante, sostituto dell'infortunato David Luiz. E' 1-0 (con il centrale del Bayern in fuorigioco). Reazione d'orgoglio - L'Italia ha poca birra nelle gambe, e senza Pirlo e De Rossi (con Marchisio ancora sottotono) anche poca qualità in mezzo. Però la ripresa ha un sussurro al 51' Balotelli serve con un tacco volante Giaccherini, che entra in area dalla destra e batte Julio Cesar con un diagonale potente e preciso. Roba da Giaccherinho. Ma la gioia dell'1-1 (che non bastava per il primo posto) dura pochi minuti. Al 10' Maggio mette giù al limite il sempre più incontenibile Neymar: punizione magica dell'asso neo-Barça e Buffon impietrito sul suo palo. Gli azzurri reagiscono più con orgoglio che con lucidità, ma il Brasile è più in forma e, probabilmente, più forte. E in contropiede arriva il 3-1 del volpone Fred. Tutto finito? No, perché l'arbitro uzbeko Irmatov ci mette del suo: mischia nell'area del Brasile, Balotelli viene messo giù, l'arbitro sta già fischiando il rigore quando Chiellini tira e segna, con Julio Cesar e mezza difesa verderoro ferma. Rigore o gol? Irmatov opta per il secondo, e i padroni di casa s'infuriano. Scolari, che ha già sostituito Neymar per la meritata standing ovation, vede i suoi abbassare il baricentro e soffrire di più. Prandelli mette dentro El Shaarawy per Diamanti e Maggio, su corner di Candreva, all'80' centra una clamorosa traversa. E quando si pensa al pareggio, meritato, arriva il 4-2 beffa ancora di Fred, lesto a ribattere in gol la respinta di Buffon su Marcelo. Polizia ed esercito: stadio assediato - La partita vera, e più drammatica, si gioca però all'esterno dello stadio Fonte Nova. I manifestanti che protestano contro il caro-vita e l'ingente esborso per organizzare i Mondiali 2014 si sono radunati davanti all'impianto sportivo, guardati a vista da militari dell'esercito e poliziotti in assetto anti-sommossa. Gli agenti intervengono con cariche-lampo, sparando proiettili in gomma e gas lacrimogeni. I dimostranti rispondono lanciando a loro volta petardi. Un clima da guerra civile, e pensare che la festa è lontana appena poche decine di metri.