Confederations Cup, Italia-Giappone 4-3 tra errori, follie ed emozioni

I campioni d'Asia di Zaccheroni dominano per 90 minuti, vanno sul 2-0 ma gli azzurri reagiscono sempre. Gol-qualificazione di Giovinco all'86', e fra 3 giorni c'è il Brasile di Neymar...
di Giulio Bucchidomenica 23 giugno 2013
Confederations Cup, Italia-Giappone 4-3 tra errori, follie ed emozioni
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Dominata, fortunata, ma vittoriosa. L'Italia di Prandelli vince 4-3 contro il Giappone di Zaccheroni e si qualifica con un turno d'anticipo alle semifinali di Confederations Cup. La terza e ultima sfida contro il Brasile padrone di casa fra 72 ore deciderà il primo posto nel girone. Ai verdeoro basterà un pareggio grazie alla differenza reti favorevole (2-0 al Messico, prodezza del solito Neymar e raddoppio di Jo in chiusura). Servirà un'impresa, anche perché come ha detto il ct a fine gara "soffriamo tremendamente il caldo e l'umidità, non so che squadra riusciremo a mettere in campo". Se sarà turnover massiccio, lo sarà per esigenza di sopravvivenza più che per scelta tecnica. Inizio da incubo - A Recife va di lusso agli azzurri, mai in partita e in grado di segnare 4 reti nelle uniche occasioni, di fatto, in cui superano il centrocampo. Sulle gambe e spaesati, gli uomini di Prandelli iniziano malissimo e vanno sotto 2-0 anche per colpa di errori difensivi clamorosi. Al 20' De Sciglio, in calo rispetto all'esordio col Messico, tocca male verso Buffon che anticipa Okazaki travolgendolo sullo slancio: per l'arbitro argentino Abal è rigore, e Honda (nel mirino del Milan) fa 1-0. Il fantasista del Cska Mosca, insieme a Kagawa del Manchester United, fa il diavolo a quattro e proprio Kagawa sfrutta al 33' i pasticci in serie della difesa azzurra e infila con un bel sinistro al volo. L'Italia non c'è, prima del 2-0 Prandelli ha già sostituito un evanescente Aquilani con Giovinco ma il canovaccio non cambia. Buffon sempre impegnato (e attento), gli azzurri si salvano con l'esperienza e il carattere. E il finale è all'arrembaggio: al 41' corner dalla destra di Pirlo e zuccata di prepotenza di De Rossi per l'1-2. Sulla scia dell'entusiasmo, è Giaccherini a sfiorare l'immeritato 2-2 colpendo il palo con un sinistro rasoterra.  Azzurri tosti e fortunati - La ripresa inizia per l'Italia con un piglio da grande squadra e in 2 minuti, tra 6' e 7', arriva il clamoroso ribaltone: prima Giaccherini ruba palla sul fondo, mette in mezzo e Uchida infila la propria porta nel tentativo di anticipare Balotelli. Pareggio, ma non basta perché sull'azione successiva Giovinco induce al fallo di mano Hasebe e Abel fischia un altro rigore (generoso, anche in questo caso): Balotelli dal dischetto è infallibile, 10° gol in azzurro (alla sua età meglio di lui solo il mito Meazza). Partita in discesa? Sì, ma per il Giappone. Gli ultimi 40 minuti si trasformano in un inferno per gli azzurri, sfiniti e sfilacciati. I campioni d'Asia attaccano a testa bassa, pressano, mettono le tende in area, assediano Buffon. Il 3-3 è d'obbligo, con Okazaki che al 24' anticipa tutti di testa su corner. L'Italia è un pugile suonato: al 26' Buffon salva su Honda, al 32' Hasebe sfiora l'incrocio dal limite, al 36' palo e traversa (quest'ultima in fuorigioco) sulla stessa azione. Tutti attendono la rete del meritato 4-3 giapponese ma al 41' arriva il graffio azzurro: De Rossi trova l'inserimento del neoentrato Marchisio, cross nell'area piccola e tap-in facile facile di Giovinco. Non è ancora finita, perché al 43' è ancora caos nell'area italiana con la traversa che salva Buffon e Yoshida che infila di testa in posizione di fuorigioco. Il fischio finale di Abel suggella una vittoria che per risultato e orario da nottambuli ricorda il mitico 4-3 dell'Azteca contro la Germania, a Mexico 70. Ma niente paragoni, per carità. Questa è tutta un'altra storia, è tutta un'altra Italia. di Claudio Brigliadori