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Milan a porte chiuse con l'UdineseMa chi risarcisce i tifosi sani di mente?

Il provvedimento 'anti-cori razziali2 fa pagare ai 23mila abbonati rossoneri le frasi di pochi disgraziati. Non è giusto
di Matteo Legnani domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

Il signor Franco, bauscia milanese, per campare fa l’impiegato. «Ha il sangue più rossonero di Galliani», spergiurano gli amici. Padre amorevole, quest’anno ha deciso di spendere un po’ di soldini per comprare l’abbonamento al figliolo prediletto. «Lo porto al Meazza anche se mi costa un po’». Al signor Franco e alla gran parte dei tifosi rossoneri  dei buu animaleschi, del colera, del Vesuvio, del «bruciali tutti», delle discriminazioni razziali, di quelle territoriali, dell’imbecillità seriale di pochi fessi curvaioli, non frega una mazza: lui vuole semplicemente vedere giocare il Milan. Ebbene, non gli è più concesso. Neanche se ha pagato con largo anticipo per assistere a 19 partite casalinghe della sua squadra del cuore.  San Siro chiude, l’hanno deciso «quelli che decidono», i capoccioni, quelli che al detto «punirne uno per educarne cento» preferiscono il cervellotico «punirne cento per educarne uno». Solo che la cosa non funziona proprio per niente, perché il risultato del neonato e bislacco provvedimento anti-razzisti è che cento brave persone la prendono in quel posto e uno, il fesso curvaiolo, raggiunge il suo scopo: tiene in scacco la società. Ora, nessuno vuol dare il via libera ai frustrati della curva, ma in certi casi occorre usare il buonsenso. La «responsabilità oggettiva» - caposaldo della giustizia sportiva praticamente solo in Italia - è qualcosa di aberrante. Il Milan viene punito perché una minoranza di minorati si mette a cantare e scimmiottare qua e là in giro per gli stadi d’Italia. E vai a capire se tifa davvero per i rossoneri o se semplicemente vuole dar fastidio ai «nemici». Paga il Milan, paga la tifoseria sana, i bestioni invece se ne fregano allegramente, ché alla peggio si ritrovano fuori dallo stadio a cantare i coretti o a prendersi a sberle (vedi tafferugli prima di Bologna-Verona). Il Signor Franco no, lui resta a casa con l’abbonamento plastificato costato un occhio e il figlio incantato davanti a «Amici» di Maria De Filippi che gli dice «papà, quasi quasi faccio il ballerino». Che qualcuno intervenga subito altrimenti «basterà un accordo tra 50 persone per uccidere una società». Parola di Galliani. di Frabrizio Biasin

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