A una settimana dal video in cui Ray Rice, star dei Baltimore Ravens picchiava selvaggiamente quella che poi è diventata sua moglie (Rice è stato licenziato e poi squalificato a vita dalla National Football League) viene scritta un'altra pessima pagina del football americano. Adrian Peterson, ’running back’ dei Minnesota Vikings, è stato incriminato per abuso su minori dopo aver picchiato il figlio, un bimbo di 4 anni, con il ramo di un albero. L’atleta si è detto pentito e l’avvocato ha tentato di spiegare che voleva dare disciplina al bambino. L’incidente è accaduto a maggio: il bimbo aveva allontanato in malo modo il fratello da un videogioco e il padre, per dargli una lezione, ha divelto un ramo da un albero, ha tolto le foglie e, denudato il piccolo, lo ha picchiato ripetutamente con la verga. Le escoriazioni e i lividi del bambino sono stati denunciati dal pediatra a cui il piccolo era stato portato per un controllo programmato. La polizia ha trovato anche degli sms alla madre in cui Peterson ammette di averlo picchiato anche sullo scroto e di esser dispiaciuto, ma aggiunge che i suoi figli devono sapere che «il papà vuole loro un gran bene, ma non tollera deviazioni alla retta via». I Minnesota Vikings hanno deciso di esonerarlo per la partita di domenica contro i New England Patriots, in attesa si chiarisca la sua posizione giudiziaria. Nell’ottobre dell’anno scorso, Peterson, che è uno dei migliori ’running back’ di tutti i tempi, era stato il protagonista involontario di un altro episodio di abuso infantile. Un altro dei suoi figli, un bimbo di appena due anni, era stato selvaggiamente picchiato dal nuovo fidanzato della madre e non era sopravvissuto agli abusi. Peterson, che aveva saputo del figlio appena tre mesi prima, incontrò per la prima e unica volta il bambino poco prima che morisse, nel letto d’ospedale.