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F1, Gp di Germania vince Rosberg, quinta la Ferrari di Alonso

di Ignazio Stagno domenica 20 luglio 2014

2' di lettura

Sono loro che sono troppo forti o sono gli altri troppo deboli? La domanda, di tipico gusto “Marzulliano”, sorge spontanea. Se pure Vettel dichiara che potrebbero partire un giro dopo e vincerebbero comunque, è chiaro una volta di più che le Frecce d'Argento fanno classe a sé, FRIC o non FRIC. Ad Hockenheim, Rosberg passeggia, confonde il proprio sedile con un divano e lotta affinché non gli cali la palpebra. Dicono che per tenersi sveglio abbia sfruttato l'enorme display sul volante per vedersi un DVD adrenalinico, un film stile Fast&Furious giusto per rimanere in tema di corse. Solo il primo trionfo individuale e il secondo della Mercedes a 60 anni dal primo in terra tedesca, dopo il matrimonio e il rinnovo contrattuale recenti, saranno poi almeno sufficienti a provocare un qualche scossone emotivo, un sussulto di gioia dopo due ore piatte. Hamilton e la sua squadra, invece, rubano la scena con un po' più di pathos. La rimonta scontata si accende grazie agli azzardi e ai rischi gratuiti tipici dell'inglese, capace comunque di bersi gli avversari, superati quasi tutti nello stesso punto sfruttando la potenza del suo propulsore, come un bicchier d'acqua. La strategia e le chiamate perfette impediranno di fatto la battaglia ad armi pari con i rivali più tosti (eccetto per qualche divertente giro con Ricciardo) e soltanto Bottas si rivelerà in definitiva un reale ostacolo. Proprio il finlandese conferma concretezza, continuità e solidità: tre podi consecutivi non sono un caso, così come non è un caso che sia riuscito a tenere dietro Luigino. Forte di un talento annunciato e di una vettura in crescita, unica al momento veramente in grado di dare qualche piccolissimo grattacapo ai battistrada, Vatteri deve però inchinarsi e rassegnarsi al ruolo di comparsa, concorrere eventualmente per l'Oscar come attore non protagonista. Attori non protagonisti sono infatti tutti gli altri, l'allegra compagnia chiamata a risvegliare gli animi, a contornare e vivacizzare uno spettacolo monocolore. Una cornice con funzione di abbellimento, un gruppo di bravi musicisti chiamati ad aprire e preparare al grande concerto della star più luminosa. Solista, inarrivabile, nella fattispecie a tre punte. di Giulia Volponi

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