La nuova Italia sarà "più tosta e sicura di sé, Conte è un martello sulla mentalità del calciatore e sull'unione di squadra, ed è ciò che ci è mancato in Brasile": Ciro Immobile alla vigilia dell'esordio in Bundesliga con la sua nuova squadra, il Borussia Dortmund, si sfoga con Repubblica, a cui affida una lunga intervista-confessione in cui non si lascia sfuggire alcune considerazioni sulla travagliata trasferta mondiale e, dunque, qualche frecciatina all'ex mister Cesare Prandelli. L'analisi - Il giornalista incalza l'ex attaccante di Toro e Juve: "Ma era un’Italia così spaccata, al Mondiale?". Al che Ciro, (come lo chiamano ormai tutti in Germania, fanno fatica a pronunciare "Immobile", i deutsch) commenta "Ho visto la differenza con l’Europeo Under 21. Lì eravamo ragazzi che si volevano bene davvero, uniti abbiamo battuto rivali più forti, come l’Olanda. In Brasile no, e se manca questo, non si può far bene." I senatori - Infatti "Buffon e De Rossi hanno avuto parole durissime contro i giovani" lo provoca Francesco Saverio Intorcia e Immobile rivendica il suo operato: "Loro vivono il calcio da tanti anni, sanno chi ha sbagliato. Io mi sarei preso le mie responsabilità in ogni caso, anche se con l’Uruguay ho giocato con una caviglia infortunata, pur di non mollare. Certe sconfitte ti aiutano a crescere. Quello che è successo dopo non è stato bello, ma tutto serve...". Sarà l'italia di Immobile? "Lo spero" si affretta a dire il campioncino: "con Conte ho parlato, mi avrebbe voluto tenere, e già dai tempi del Genoa voleva riportarmi in bianconero". Ma non mettete fretta al ragazzo: "non chiamatemi l'anti-Balotelli, abbiamo caratteristiche diverse, anzi vi dirò, potremmo pure coesistere".