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Valentino Rossi al Ranch si allena a partire ultimo

di Eliana Giusto domenica 1 novembre 2015

3' di lettura

Una settimana alla resa dei conti. A Tavullia il countdown per il Gp di Valencia sembra cominciare come sempre, come se quello dell' 8 novembre fosse un normale weekend di gara invece della domenica che assegna il titolo mondiale della MotoGp più combattuta e controversa degli ultimi anni, anche se da queste parti l' ultimo appuntamento dell' anno (con trasferta di massa in Spagna) ha sempre avuto il sapore di una festa. Adesso invece c' è molta tristezza per le pesanti scorie che le ultime due gare di Phillip Island e Sepang hanno lasciato e che forse potrebbero essere lavate via solo con un Valentino Rossi iridato per la decima volta. E anche gli equilibri del Motomondiale rischiano di essere cambiati definitivamente, restano però le stesse le abitudini e l' approccio di Valentino. Tornato nel suo buen retiro, Rossi ha continuato ad allenarsi con intensità, dividendosi tra palestra e pista sterrata, il Ranch "La Biscia", dove come tradizione si è circondato di amici fidati e piloti della VR46 Academy per prepararsi al meglio. Quella stessa pista dove nel settembre 2014 era stato ospite proprio Marc Marquez, entusiasta nella foto di gruppo scattata a corse finite: «Grande giornata a Tavullia, grazie ragazzi!», aveva cinguettato. Per come stanno le cose oggi, sarà difficile rivederlo a breve sulle colline pesaresi... Invece è proprio respirando l' aria di casa che Rossi sta cercando l' ispirazione. Mattino e pomeriggio a dar gas lungo le curve del tracciato privato, qualcuno sussurra che si sia pure allenato a partire in fondo al gruppo, ultimo: un po' per scaramanzia, un po' per divertimento, un po' per entrare nella forma mentis ideale se il Tas di Losanna non dovesse accettare il ricorso contro la penalizzazione rimediata in Malesia dopo il discusso incidente con Marquez. «Partire dietro a tutti per abituarsi? Può anche darsi che l' abbia provato», conferma a Libero e ridendo di gusto Graziano Rossi, papà del Dottore, che poi precisa: «Non credo comunque che servirebbe a molto». Un consiglio per il figlio? «Andare più forte degli altri, come ha sempre fatto», dice Graziano, «ma non c' è bisogno che glielo dica. Sa benissimo cosa deve fare, in questi giorni l' ho sentito ed è sempre lo stesso, molto sereno». Anche i grandi nemici sembrano seguire le solite abitudini. Sia Jorge Lorenzo sia Marquez hanno postato su Twitter le loro foto in sella alle moto da cross, il training preferito dai piloti delle ultime generazioni: di spalle e come "in fuga" verso il titolo il maiorchino della Yamaha, in piega spaventosa e di traverso sul tracciato di Lleda (dove si allena col fratello Alex e il campione Moto2 Rabat) Marc: segnali di avvertimento? E se Jorge ha postato come sfondo dell' account una panoramica del circuito di Valencia con la scritta «Ultima finale, un sogno», la pagina Twitter del Dottore invece è ferma al messaggio con cui annunciava che all' ultimo atto sarebbe stato presente anche lui, con un paio di guanti in formato gigante che mimano il gesto di prepararsi a dare battaglia. Insomma, la partita è tutta da giocare e Valentino ha sempre fatto capire che quello con Valencia - dove nel 2006 cadde quasi subito e consegnò il mondiale a Nicky Hayden - è un «conto aperto che si può saldare solo in un modo: vincendo il titolo sulla pista dove lo avevo perso». Un precedente, quello 2006, che suscita pessimi ricordi, anche se proprio il Ricardo Tormo qualche souvenir di buon auspicio lo regala: come nel 2005, quando al secondo anno di Yamaha Valentino parte in griglia 15esimo ma al traguardo chiude terzo. E tre anni più tardi, sulla stesa pista, parte decimo e arriva di nuovo terzo. Un gradino basso del podio che fra sette giorni potrebbe bastare solo se Lorenzo non vincesse. di Tommaso Lorenzini

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