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Massimiliano Allegri, le tre mosse perfette con cui ha distrutto il Cholo: Juve leggendaria

di Davide Locano domenica 17 marzo 2019

3' di lettura

Il paradosso dell' impresa è che Max Allegri sbugiarda se stesso. Sostiene infatti che la tattica non conta nel calcio, o perlomeno che si tratta di una questione secondaria, ma con la tattica ribalta l' Atletico e il destino. Max schiera una Juventus mai vista e geniale perché tanto illogica da trovare un senso perfetto in una partita impossibile. Ecco l'"allegrata", la stregoneria vincente di un allenatore che non finisce mai di ricordare al mondo (bianconero e non) la sua differenza: un modulo che non esiste nei cataloghi, una sfumatura di 3-4-3 senza definizione, un sistema liquido, in sostanza, dove i giocatori non occupano ruoli ma posizioni e compiti. Il paradosso è che lo scacco matto è servito da uno scacchista che non si reputa tale, ma che invece è un creativo nato perché è geniale quanto folle. E non è così che si definisce un artista? Funziona tutto nella nuova Juve disegnata da Allegri. Il sistema e, di conseguenza, gli uomini. Non è un caso Ronaldo sfoderi il meglio di sé: la squadra vibra, lo asseconda, lo segue perché funziona. E non è un caso nemmeno che trovi il meglio dai tre giocatori inattesi, ovvero Spinazzola, Bernardeschi ed Emre Can. Cristiano a parte, sono loro che fanno saltare il banco, le tre mosse che il Cholo non si aspettava, gli effetti speciali di Allegri. Spinazzola, finché ne ha, occupa la fascia alla sua maniera, come ai tempi dell' Atalanta e come se non fosse alla prima partita in Champions. Bernardeschi si muove dove tira il vento, uomo in più perché libero dagli schemi. Emre Can invece è qualcosa di mai visto. Chiunque ora può divertisti a trovare una definizione per il suo ruolo in campo: difensore-mezzala-terzino, di tutto un po' ma niente del tutto. In sostanza gioca da volante a tutto campo, in Inghilterra lo chiamano "box to box" ma lo limitano ai centrocampisti, qui invece è qualcosa in più perché comincia dalla difesa e finisce in attacco. In questo Emre Can è riassunto il calcio secondo Allegri: la tattica esalta il giocatore e il giocatore a sua volta esalta la squadra. Brillano gli uomini ma dietro c' è l' architettura luminosa di Max. Quest' ultimo, c' è da scommetterci, dirà che è stato Can a fare una gran partita, non lui a renderla possibile: bugia. Leggi anche: Allegri: "Ho incontrato Agnelli, e..." È tutto corretto perché la Juve ha annullato l' Atletico. Grazie alla difesa a tre ha tolto profondità, con Cancelo e Spinazzola ha attirato al largo i terzini del Cholo e ha creato spazio al centro per Bernardeschi e Ronaldo. Tutto come da copione di Max. Il paradosso è che il risultato è relativo, Allegri avrebbe vinto comunque perché ha dimostrato che la Juve è all' altezza di queste partite soprattutto per merito suo. Anno dopo anno, trova sempre una novità strabiliante. Non inventerà un gioco, ma ha creato un modo nuovo di gestire la squadra e di giocarsi le partite decisive che forse nessuno possiede. Queste gare sono la sua firma nella Juve e nel calcio. Forse verranno riconosciute solo quando avrà lasciato Torino. A quel punto, a prescindere dall' epilogo della stagione, finalmente Max Allegri sarà applaudito e rimpianto. di Claudio Savelli

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