Roma, 14 (Adnkronos/Cinematografo.it) - Risate, fischi e qualche applauso in proiezione stampa per 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi, terzo e ultimo italiano in Concorso al festival di Roma: protagonisti Jean-Marc Barr e Isabella Ferarri, ovvero Dino e Anna, una coppia di 40enni che si ama intensamente, ma non ha mai avuto un rapporto fisico. Introverso e complesso, l'anestesista Dino frequenta scambisti e prostitute, ma non puo' fare a meno di Anna. "Volevo raccontare un amore che e' condivisione di un dolore, anche veleno, fuori dai canoni che la societa' ci propone, fuori dai Baci Perugina", dice il regista. In conferenza stampa, una sessuologa- psicologa certifica quello di Dino quale "caso di impotenza secondaria situazionale", aggiungendo polemicamente: "E' assurdo che sia un medico", ma Franchi si trincera: "Non so cosa dire". Parla, viceversa, Nicoletta Mantovani, la vedova Pavarotti, che produce 'E la chiamano estate': "L'ho scelto perche' il copione parlava dolore, magari sotto forma di metafora esagerata parla di quel che succede in tante coppie, ma non e' un'analisi psicologica, non e' un documentario, e' un film". (segue)