(Adnkronos/Cinematografo.it) - All'ingresso e nella sala del cuore sono proiettati due doc:' Enrico LXX'V, di Antonello Sarno, presentato a Venezia 2007, e 'Titanus, un secolo di cinema e televisione' sulla celebre casa di produzione. Ad accompagnare la mostra, curato dallo Nunzio Bertolami, che firma anche l'allestimento, insieme a Francesco Serra di Cassano, il catalogo (Palumbo Editore). "Il libro - spiega Bertolami - si ispira allo stile dell'agenda di Lucherini del '48, un'opera d'arte pop quando la pop art ancora non esisteva". "Il libro e' pop come la mia vita e' stata pop" taglia corto Lucherini. Il materiale fotografico, invece, si deve alla paziente ricerca e al lavoro di Claudio Canova della Fotomovie. Con 830 film lanciati e un vocabolo, "lucherinata", entrato ormai nel dizionario della lingua italiana, Enrico Lucherini puo' dire davvero di aver visto crescere il cinema italiano e quello che vede ora non gli piace nemmeno un po': "Il cinema italiano di oggi fa cose troppo piccole, la gente non ha molta voglia di andare a vedere dei disperati, Accattone era piu' allegro de Gli equilibristi. Mi piacciono Sorrentino, Garrone, Virzi', Luchetti, ma per la seconda volta non sono andato a Venezia quest'anno e non me ne sono pentito", afferma. Anche gli attori e le attrici non sono piu' quelli di una volta per Lucherini, che prosegue: "dove stanno i Mastroianni o i Volonte'? Non si scrivono piu' i ruoli da Claudia Cardinale, Monica Vitti o Silvana Mangano. Per diventare una star nel passato si diventava moglie di, ora si va nei palazzi del potere e si diventa veline". Nonostante tutto pero' nessun rimorso, "continuero' con la fiction. Ho l'ufficio di fronte casa e quando avro' nostalgia mi bastera' aprire la porta. Ho inventato un lavoro che in Italia non c'era e ora voglio inventarne un altro che in America ha grande successo e qui non c'e', ma non vi diro' qual e"'.