Milano, 9 lug. - (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Dopo aver fatto documentari volevo una storia d'intrigo. Costruire un doc e' simile ad un'indagine, e il giallo era anche un buon modo per andare a vedere luoghi urbani che mi interessano". Quei luoghi sono le strade di Milano, che Bruno Oliviero ha bene in mente. Come la sua detective story, ancora 'work in progress': la sta girando in queste settimane di calura e asfalto bollente in una citta' che comincia a svuotarsi per le ferie. E' la sua opera prima di finzione, ma Oliviero non e' un pivello, e' un quarantenne napoletano naturalizzato milanese da nove anni, con alle spalle, tra gli altri, gia' quattro documentari su Milano ('Milano 55,1'; 'Milano Mafia'; 'Un amore', 'Milano'), "perche' - dice - dovevo conoscerla per raccontarla bene". Il progetto, prodotto da Lumie're & Co. e Invisible Film con Rai Cinema, sara' distribuito dalla BIM la prossima primavera e, per ora, ha un titolo provvisorio, 'La variabile umana'. Costruito attorno ad una citta', dal centro alla periferia, racconta la difficile notte dell'ispettore Monaco (Silvio Orlando), autorelegatosi dietro una scrivania dopo la morte della moglie, e di sua figlia Linda (Alice Raffaeli). Insieme al collega e amico Levi (Giuseppe Battiston), l'ispettore dovra' risolvere l'omicidio del signor Ullrich e difendere la giovane figlia. Scoprira' cosi' le tracce di una vita sotterranea metropolitana fatta di decadenza e promisquita'. "Abbiamo iniziato a scrivere prima del caso Ruby - sottolinea il regista -. Uomini adulti che si accompagnano a ragazzine e' un trend per Milano e tutti i giovani in Italia si riferiscono ai modelli dei locali milanesi". (segue)