Roma, 16 nov. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Si è più registi prima di andare a dormire, quando si va in bagno, parlando con la propria moglie, piuttosto che sul set", dice Massimo Troisi nel film 'Massimo. Il mio cinema secondo me', che è stato presentato questa mattina al Festival del Cinema di Roma di fronte a una platea commossa. Scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona e Raffaele Veneruso e prodotto da Verdiana Bixio per Publispei in collaborazione con RaiCinema, il progetto nasce dall'intento di documentare attraverso materiali e testimonianze inedite il mondo che sta dietro ai film che tutti conosciamo come 'Ricomincio da tre', 'Scusate il ritardo', 'Non ci resta che piangere', 'Le vie del signore sono finite', Pensavo fosse amore invece era un calesse', 'Il postino'. Il documentario, diretto da Raffaele Verzillo, parte da un'intervista rilasciata da Troisi nel 1993 per la tesi di laurea che una studentessa (Antonella Coluccia) scrisse sul suo cinema. "Sono ancora commossa -dice Verdiana Bixio- Ogni volta che ascolto le sue parole imparo qualcosa di più sul cinema, su Massimo e sulla vita in generale". Raffaele Veneruso aggiunge: "Oggi mi sento come quei bambini che aprono i regali il giorno di Natale. Ringrazio in particolare la famiglia Troisi che si è avvicinata a questo film con timidezza e fierezza, due caratteristiche che erano proprie di Massimo nel raccontarsi. Massimo per me è stato un amico e un maestro di vita e di cinema, grazie a lui ho iniziato a vedere le cose da un altro punto di vista, mi ha portato direttamente all'essenza del cinema, sgretolando tutto quello che si vede di falso al cinema". (segue)