(Adnkronos) - L'edizione dell'opera proposta quest'anno al Teatro Lirico di Cagliari è la versione originale incompiuta, quella che andò in scena alla prima scaligera del 1926 quando, dopo il mi bemolle dell'ottavino che chiude la grande scena della morte di Liù (atto III, quadro primo), il maestro Arturo Toscanini, voltandosi parzialmente verso il pubblico, disse "Qui finisce l'opera, rimasta incompiuta per la morte del Maestro". Il nuovo allestimento di Turandot mostra una Cina atemporale ed una Pechino di pietra dalle tonalità chiare (si passa dal bianco al grigio, attraverso le varie sfumature del beige), dove si 'muovono' 220 costumi dai colori puri, lontani dal decorativismo cinese, ma strettamente legati alle forme e fogge orientali dei primi del '900. Il monumentale impianto scenico di Pinuccio Sciola supera l'area tradizionale a lui designata, quella appunto del palcoscenico, per proseguire idealmente negli altri spazi del Teatro, in particolare il piazzale principale ed il foyer di platea, dove sono state collocate due gigantesche riproduzioni, di 12 e 9 metri, di due sue sculture che riconducono alle architetture futuristiche della Pechino pietrificata immaginata dall'artista-scenografo per il capolavoro pucciniano. Ad incorniciare il tutto una serie di segni grafici, realizzati con l'uso di canne, dell'artista di San Sperate che riportano ad atmosfere orientali ed a suggestioni legate agli ideogrammi cinesi. (segue)