"Per il mio lavoro e per la mia passione ho tolto molto alla mia vita privata", Roby Facchinetti lo ha confessato a Mara Venier nello studio di Domenica In su Rai 1. Poi ha aggiunto: "Non ho assistito ai primi giorni di scuola dei miei figli oppure alle feste del papà ma c'ero alla nascita di tutti, questi momenti – che ricordo bene – sono stati meravigliosi. Comunque, io ho dei ricordi bellissimi con i miei figli e i miei nipoti". E ancora: "Con i figli ho sempre avuto paura di sbagliare ma ho sempre tenuto in mente questo concetto: 'I figli hanno più bisogno degli esempi piuttosto che delle parole' e questo principio l'ho sempre seguito e devo dire che ho raccolto i frutti".
Poi, parlando dell'inizio della sua storia con i Pooh, ha spiegato: "Io e Valerio Negrini ci siamo conosciuti in un locale a Bologna dove arrivarono i Pooh appunto, che lui aveva fondato. Dopo la serata, mi disse che alla band serviva un tastierista e mi proposero di provare con loro. Da quel momento, cominciò tutto e io realizzai il mio sogno che era quello di entrare in un gruppo che avrebbe potuto avere tanto successo. Lui ebbe un infarto fulminante nel 2013. In passato, aveva già avuto dei problemi al cuore ma quel momento gli fu fatale, aveva 70 anni. Quella sera – di 13 anni fa – mi chiamò la moglie di Valerio, Paola, che era disperata e io capii subito, quindi, sono partito con mio figlio e siamo andati a Trento. È stato un colpo perderlo perché quando ami le persone non pensi mai che, un giorno, possano non esserci più".