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Tagadà, Massimo Giannini terrorizzato da AfD: "Al prossimo giro..."

Claudio Brigliadori
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Trump e Putin «si piacciono a pelle. Donald è umorale e non strategico, Vladimir lo è molto di più». A Tagadà, su La7, Tiziana Panella spazia agilmente con i suoi ospiti, l’ex direttore del Tg3 Antonio Di Bella e l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini, da Berlino a Washington, andata e ritorno.

Di Bella sottolinea come l’intervento di Meloni sull’Ucraina «coincida con la posizione del New York Post, giornale conservatore, che ha fatto una copertina dal titolo “Putin è un dittatore”, ricordando poi in 10 punti con Douglas Murray, che è un ultra-conservatore, che a) l’Ucraina è stata attaccata, b) l’Ucraina è amica dell’Occidente, dell’Europa e anche dell’America e c) perfino per l’America è utile avere amica l’Ucraina e pericoloso avere amica la Russia. Quindi in qualche moda Meloni si mette nel solco dei conservatori preoccupati per Trump. E questa mi sembra una buona cosa».

«Sì - ribatte perplessa la conduttrice Tiziana Panella -, non ho sentito mai il nome di Zelensky nelle parole di Giorgia Meloni. C’è una sorta di equilibrismo?». Massimo Giannini conferma il Panella-pensiero e poi passa a discutere delle elezioni in Germania e del boom di AfD e Alice Weidel.

«L’affluenza è la componente fondamentale per capire perché la marea nera non ha rotto l’argine. Nelle ultime due settimane centinaia di migliaia di tedeschi sono scesi in piazza per dire no alla deriva neo-nazista. La mobilitazione è servita però l’onda nera c’è, il cielo sopra Berlino è grigio. Adesso AfD ha raddoppiato i voti, ma al prossimo giro...».

 

Ovviamente, secondo Giannini il parallelo Usa-Germania è d’obbligo: «C’è una perfetta coincidenza tra le due situazioni sociali ed economiche, ci sono aree di disagio in cui i penultimi temono che gli ultimi gli sottraggano diritti e posti di lavoro. Il perfetto brodo di cultura delle destre populiste che dall'America stanno dilagando in tutta Europa. E noi ancora sentiamo Meloni che attacca le élite... Ma tu chi sei?». Verrebbe in mente anche un’altra domanda: ma chi sono Scholz, l’Spd e la sinistra ridotti oggi ai minimi storici.

 

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