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Verissmo, il fratello di Jovanotti: "Se ti uccidi, non porto nemmeno un fiore. Così Lorenzo mi ha salvato la vita"
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Un'intervista toccante, profonda, a tratti dolorosa, quella concessa da Bernardo Cherubini a Silvia Toffanin, nella puntata di Verissimo in onda su Canale 5 sabato 8 febbraio. Bernardo è il fratello di Lorenzo Cherubini, ossia Jovanotti, e recentemente è stato protagonista al Grande Fratello, da cui è stato eliminato dopo un televoto molto combattuto.
Parlando con la Toffanin, oltre che dell'esperienza nel reality, Bernardo si è speso rivelando un aspetto che lo ha segnato profondamente e che riguarda il rapporto con il fratello super-star: "Quando Lorenzo è diventato famoso ne ho sofferto. La cosa più importante per arrivare a fare qualcosa di bello, è avere un sogno, io non lo avevo. Lorenzo ha avuto la lucidità di perseguire il suo sogno. Io mi sono sentito inutile, non sono riuscito a concentrarmi perché non avevo un obiettivo", ha ammesso.
Il rapporto col "Jova", oggi, è caratterizzato da alti e bassi, lo spiega lo stesso Bernardo: "Devo fare una bella chiacchierata con mio fratello, ma io parlo e lui si chiude. Da bambini ero io la sua guida, spesso però non lo capisco. Una volta gliel’ho detto e lui mi ha mandato una canzone per dirmi come stava. Oggi ci sentiamo, ogni tanto litighiamo. Non sono riuscito ancora a parlarci, non so se è contento che io abbia partecipato al Grande Fratello. Devo farci una bella chiacchierata. Gli artisti hanno un lato oscuro che non riveleranno mai. Forse non era d’accordo con la mia scelta", spiega Bernardo, mettendo in luce lati di Lorenzo che, forse, nessuno si aspettava esistessero.
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Un dolore che lo ha segnato profondamente, lui così come tutta la famiglia, è stato quello per la tragica morte del fratello Umberto, scomparso in un incidente in elicottero. "Non sono riuscito più a salire su un aereo, poi ti isoli. Bisogna reagire immediatamente, farsi aiutare e parlare con gli amici", ricorda.
Il lutto, che risale al 2007, è ancora una ferita aperta. Ma non solo, poiché c'è anche un senso di colpa difficile da superare: "Ancora oggi mi sento in colpa. Avendo fatto tardi con alcuni appuntamenti, Umberto è salito su un aereo dove non sarebbe dovuto salire, durante un giorno in cui non si doveva volare. Mi sento in colpa, volevo andarmene. Ho chiamato Lorenzo e gli ho detto che volevo farla finita: Che ci faccio io?. Lui mi ha detto: Se fai una cosa del genere non ti porto neanche un fiore sulla tomba. Lui mi ha salvato la vita. In quel momento non vedevo la luce, c’era solo nebbia e lui mi ha dato una sgrullata", ha concluso Bernardo Cherubini. Un racconto durissimo, profondo, che ha toccato nel profondo il pubblico.
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