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Maurizio Landini, l'insinuazione a DiMartedì: "E se fosse il governo a creare disordini?"

Roberto Tortora
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In un clima di crescente tensione tra governo e sindacati, culminato con lo sciopero generale di venerdì scorso, le continue provocazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, rischiano di sfociare in qualcosa di pericoloso che vada al di là della veemenza verbale. Glielo chiede anche Giovanni Floris a Dimartedi, programma di approfondimento politico di La7: “Se lei evoca la rivolta può succedere qualcosa di rischioso, può essere che qualcuno pensi che, se questo è il clima, io devo fare qualcosa di pericoloso?”

Landini, però, non ci sta e va come un treno: “Se succede quello che proponiamo noi è per migliorare questo Paese. Il problema vero è che il governo non sta ascoltando ed è il governo che sta cercando in tutti i modi di creare dei disordini, anziché fare il suo mestiere, cioè esattamente l'opposto. Noi stiamo chiedendo di risolvere i problemi delle persone".

 



E ancora: "Quando la gente si opera significa che deve rinunciare al proprio stipendio, quando è pronto a scendere in piazza rinunciando al proprio stipendio vuol dire che non ne può più e addirittura ci sono persone che non riescono a scioperare, perché si è poveri lavorando e al limite non hanno anche il salario che gli permette di vivere con dignità. Quando ci sono queste ingiustizie, se questi qui che sono al governo di fronte a questi problemi invece di risolvere le ingiustizie non ascoltano, allora le cose non vanno. Noi prima di scioperare chiediamo degli incontri, chiediamo di risolvere i problemi. Lo sciopero lo fai quando non ottieni quello che hai chiesto e quando non ti ascoltano”. Insomma, Landini rigira la frittata dimenticando le sue responsabilità. 

 

 

 

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