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Silvia Albano condanna Rai e Flavio Insinna per "Gerusalemme capitale"

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Nuovo colpo di teatro della giudice Silvia Albano, segretaria della corrente rossa delle toghe Magistratura Democratica e protagonista del rilascio degli immigrati irregolari trasferiti nei campi in Albania. La sezione immigrazione del Tribunale di Roma, da lei presieduta, ha condannato la Rai ha rettificare la sua posizione sulla città di Gerusalemme. Il riferimento è a quanto accaduto nel corso di una puntata dell’Eredità risalente al 2020 allora condotta da Flavio Insinna - quando il conduttore, a domanda sula capitale di Israele, corresse una concorrente che aveva risposto Tel-Aviv sostenendo che la soluzione corretta fosse Gerusalemme.

Apriti cielo, le associazioni pro-Pal sono subito scattate in piedi gridando allo scandalo in diretta televisiva. Gerusalemme infatti, designata ufficialmente capitale dalla legislazione dello Stato Ebraico nel 1980, non è riconosciuta dall’Onu in quanto comprende territori non identificati come israeliani dal diritto internazionale. Il giorno successivo alla messa in onda, a seguito delle proteste dell’Ambasciata di Palestina a Roma, Insinna lesse una precisazione in cui si dissociava dalla diatriba storico-politica riguardante la paternità di Gerusalemme.

Ma per le frange palestinesi più intransigenti non fu ritenuta abbastanza incisiva, tanto che l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese e l’Associazione Palestinesi in Italia presentarono ricorso presso il Tribunale di Roma. Alla guida delle due associazioni non uno qualunque, ma l’architetto Mohammad Hannoun: già sottoposto a sanzioni dal Dipartimento del Tesoro Usa perché ritenuto un finanziatore di Hamas, gli è stato recentemente recapitato anche il foglio di via da Milano. Il motivo? Durante una delle ultime manifestazioni pro-Pal, armato di microfono e amplificatore, si è complimentato con gli ultras di Amsterdam che hanno organizzato la caccia all’uomo dei tifosi israeliani in trasferta per seguire Ajax-Maccabi Tel-Aviv. Da qui la decisione del Questore milanese di avviare la procedura per «istigazione all'odio e alla violenza». Se Hannoun ha già annunciato l’intenzione di far ricorso al Tar, intanto l’architetto può gioire del successo in Tribunale contro la Rai.

 

Nella sentenza, riferendosi alla precisazione letta da Insinna nella puntata successiva ai fatti incriminati, si legge che «dire che sulla questione relativa alla capitale di Israele “esistono posizioni diverse” o che sussiste “una disputa così delicata” significa fornire nuovamente al pubblico un’informazione contraria a quanto stabilito dal nostro ordinamento giuridico e dall’ordinamento internazionale». Pertanto la giudice Albano ha condannato la Rai «nel corso della prossima puntata del programma “L’Eredità”» a dare atto «della scorrettezza delle informazioni ivi fornite e contenente la dichiarazione che “Gerusalemme non è la capitale di Israele e non è riconosciuta come tale dal diritto internazionale”». Il Tribunale non ha ritenuto di dover condannare il Servizio pubblico a fornire un risarcimento all’accusa, ma ha stabilito che sarà onere dell’azienda il pagamento delle spese di giudizio, pari a 5mila euro.

 

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