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Otto e Mezzo, Serena Bortone: "Zecche rosse non lo sentivo dal liceo", che cosa scorda

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Serena Bortone a raffica contro il governo. La giornalista è stata invitata a partecipare a Otto e mezzo, il talk show politico di La7 condotto da Lilli Gruber, la puntata è quella di lunedì 11 novembre. E alla conduttrice Rai è stato chiesto un commento su quanto avvenuto nel weekend a Bologna. Lei di tutta risposta si è prima scagliata contro il segretario della Lega, Matteo Salvini. E poi contro tutto il governo colpevole, secondo la sua visione, di non aver condannato la presenza dei militanti di estrema destra nel capoluogo dell’Emilia Romagna.

"Quando avvengono episodi così complessi e così orribili le spiegazioni non sono solo utili ma anche necessarie - ha esordito la Bortone -. Soprattutto se a chiederle è il sindaco di Bologna. Una città che come sappiamo ha subito una delle più grosse e più tragiche stragi di matrice neofascista. Per carità, bisogna ovviamente condannare la violenza contro la polizia che svolge un lavoro delicatissimo. È pure possibile che la polizia per evitare gli scontri con questi movimenti neofascisti abbia loro consentito di avvicinarsi per evitare i manganelli. Questo - ha poi aggiunto - lo scopriremo se ci sarà come mi auguro un chiarimento".

 

 

"Ciò detto - ha proseguito -, parlare di 'zecche rosse' da parte di Salvini non so quanto sia utile in questo momento. Non sentivo parlare di zecche rosse dai tempi del liceo. Mi ha fatto tornare negli anni della mia adolescenza. Siccome ho fatto il liceo negli anni Ottanta e già all'epoca l'epiteto 'zecche rosse' era un po' desueto... mi ha fatto tornare bambina. Nello stesso tempo, però, definire camicie nere persone che sono effettivamente camicie nere, non è un insulto. Per altro sono andata a rivedere cori di questi signori di estrema destra. Quindi - ha concluso - forse mi aspetterei dalle istituzioni una presa di distanza da questo tipo di cori che sicuramente non giovano alla nostra democrazia".

Ciò che però la Bortone sembra dimenticare è che nessuno dalle parti di Palazzo Chigi ha contestato Lepore quando ha definito i militanti di Casapound "camicie nere". Il sindaco, però, nel condannare i manifestanti di estrema destra, ha anche accusato il governo di averli inviati proprio a Bologna. "Il governo ci ha mandato 300 camicie nere", queste le parole del dem.

Otto e mezzo: l'intervento di Serena Bortone

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