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Una estranea fra noi, il film che ricorda Tel Aviv e fa il botto in tv

Klaus Davi
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Vi proponiamo Tele...Raccomando, la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Una estranea fra noi)
Quasi profeticamente, il direttore di Rete 4 Sebastiano Lombardi decide di mandare in onda giovedì in seconda serata, praticamente in concomitanza con l’aggressione ai tifosi israeliani in atto ad Amsterdam, il film del 1992 Una estranea fra noi, seguito da 180mila persone con un ottimo 6% di share medio e picchi del 7%. Un lungometraggio tra i più riusciti fra quelli dedicati al racconto intimo dell’ebraismo ortodosso. Emily, poliziotta di New York, deve indagare sulla morte di un ebreo. Con l’assenso della famiglia dell’ucciso, la donna si inserisce in quell’ambiente e fa le sue indagini arrivando a trovare cadavere scomparso e a sospettare di una giovane drogata membro della comunità.

Mentre sui media europei scorrevano le prime immagini degli agguati tesi da gruppi di arabi ai supporter del Maccabi Tel Aviv, il film di Sidney Lumet invece articolava la sua splendida novella senza negare diffidenze, pregiudizi e luoghi comuni troppo diffusi tra coloro che non conoscono l’ebraismo. La poliziotta che deve scovare un killer nascosto nel mondo dei Lubavitch inizialmente si mostra prevenuta verso questi, a suo dire, “singolari personaggi”. Il lieto fine del film presuppone che due culture apparentemente distanti si contaminino. Dalla terribile notte olandese, invece, fuoriescono scene che non avremmo mai voluto vedere.

 

 

 

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