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Rai, arriva lo show dei magistrati: ecco come le toghe sbarcano in tv

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Daniele Priori
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La politica e la giustizia, almeno in Rai, sono separate. «È un dibattito che spetta ad altri», precisano subito Cesare Bocci, scelto come narrattore e conduttore di Magistrati, il nuovo programma true crime della seconda serata di RaiTre in onda da domenica 10 novembre per sei settimane. A presentarlo alla stampa, oltre all’attore che in passato abbiamo visto recitare nei panni del giudice Paolo Borsellino, era presente ieri a Roma anche Paolo Corsini, capo della Direzione Approfondimenti Rai che ha coprodotto la trasmissione. Pur mettendo da parte la politica, è impossibile tuttavia non considerare che a un programma sull’operato dei magistrati presi nel loro vivere quotidiano, abbia pensato per la prima volta la Rai che da sinistra continuano a chiamare “TeleMeloni”.

Al centro della scena ci saranno le vite normali, eppure in molti casi non comuni, di uomini e donne in toga con l’obiettivo di mettere in evidenza, di fronte agli occhi dei telespettatori, i caratteri di una professione tra le più prestigiose e ambite, ma al tempo stesso difficili e di grande responsabilità.
Le telecamere della Rai si sono rese così testimoni dell’attività quotidiana e dei racconti di vita dei giudici che sono magistrati dentro le procure ma anche figli, fratelli, padri di famiglia nelle loro vite quotidiane. Uomini come il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido che, insieme con il procuratore Maurizio De Lucia, ha coordinato le operazioni che hanno portato alla cattura del boss della mafia Messina Denaro, protagonisti della prima puntata.

 

 

Guido è una figura esemplare perché oltre ad essere un magistrato antimafia, è anche papà vedovo di due figlie cresciute da solo dopo la morte della mamma. Dettaglio che ha commosso Bocci. Nella seconda puntata spazio al Procuratore Generale di Torino Lucia Musti, che racconterà delle sue indagini sull’infiltrazione della mafia in Emilia-Romagna e sulla banda della Uno Bianca. Curiosa la vicenda dell’ex Pm di Perugia Giuliano Mignini, (nella terza puntata) pm nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher. «Mignini ci ha raccontato che Amanda alla fine del processo ha poi chiesto di incontrare il pm che aveva definito come il suo incubo peggiore. Lui ha accettato e so che ora si scrivono. Naturalmente non conosco il contenuto delle lettere», ha raccontato Bocci a Libero, rivelandoci poi di aver fatto lui stesso il provino per la discussa serie Blue Moon che Amanda Knox sta producendo con Monica Lewinsky.

Proprio in questi giorni peraltro il set è a Perugia, in un discusso ritorno sui luoghi del delitto. Tra gli altri temi affrontati in Magistrati, nella puntata di domenica 24 novembre, vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, spazio alle indagini della dottoressa Maria Letizia Mannella, coordinatrice del V dipartimento della Procura di Milano che si occupa della tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli con la quale si parlerà della spinosa e attuale piaga dei femminicidi.

La quinta puntata vedrà protagonista Tiziano Masini, attualmente magistrato di Cassazione, che ha seguito diversi casi, tra i quali gli omicidi delle Bestie di Satana, mentre la sesta sarà con Federico Frezza, oggi Procuratore di Trieste, che segue tra gli altri il delicato tema dell’immigrazione clandestina della cosiddetta Rotta Balcanica. Un’esca per parlare dello spostamento dei migranti in Albania?

Anche no. «C’è un organismo deputato al controllo del lavoro della magistratura ed è giusto che sia così», hanno detto quasi all’unisono Bocci e Corsini. La Rai e coi Magistrati scelti per portare avanti il racconto «ha lavorato in totale autonomia. Non c’è stata nessuna ingerenza, consiglio o indirizzo da parte di nessuno», ha sottolineato il conduttore. E anche questa, a ben vedere, è una bella notizia.

 

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