Luca Ricolfi e il "follemente corretto": com'è ridotta la sinistra oggi
Non è un bel momento per la sinistra italiana. Nel giro di pochi giorni, sono crollati alcuni capisaldi del pensiero politico progressista. Il primo è l’assunto secondo cui le elezioni si vincono con le idee, ma se queste mancano nessun problema: ci sono sempre le manette. Il caso Liguria ha ribaltato tutto, dimostrando che a volte inchieste e scandali mediatici vari non ba stano.
A 4 di Sera, su Rete 4, lo riconosce anche la giornalista Claudia Fusani (una “penna d’area”) parlando di “impatto zero” della vicenda Toti sulla sfida tra Marco Bucci (vincitore) e Andrea Orlando (il grande sconfitto, insieme a tutto il M5s). Oltre alle amarezze dell’urna, arrivano qualche minuto dopo le parole di Luca Ricolfi, sociologo e analista politico raffinatissimo. Nemmeno lui è un pensatore conservatore, ma il suo sguardo lucido e disincantato da anni ormai mette alla berlina le contraddizioni e le miopie di Pd e dintorni.
L’occasione non sono le regionali, ma il dossier del Consiglio d’Europa sulla polizia italiana razzista. In collegamento a Quarta Repubblica, il professore presidente della Fondazione Hume ci va giù duro: «Io questo rapporto l’ho letto dalla prima pagina all’ultima e non ho affatto avuto l'impressione di trovarmi di fronte al follemente corretto, semmai al subdolamente corretto, perché il follemente corretto è un meccanismo che si auto-disinnesca.
Quest’ultimo, infatti, è talmente folle e spesso ridicolo che si dà la zappa sui piedi e lo riconosciamo immediatamente. Invece, in questo rapporto, quello che noi possiamo osservare è qualcosa che io chiamerei il subdolamente corretto». Insomma, un bel trappolone fatto apposta per far abboccare gli anti-italiani in servizio permanente attivo. Chissà, qualcuno rinsavirà dopo l’ennesima lezione. Oppure no?