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DiMartedì, il ghigno con cui Bersani "sotterra" Elly Schlein

Claudio Brigliadori
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Quel che conta, a volte, è la faccia. Guardate gli occhi, la bocca: Pier Luigi Bersani, da Floris, è un uomo in grossa difficoltà. Ospite a DiMartedì, su La7, l’ex smacchiatore di giaguari se la vede con Giuseppe Conte versione tigre in gabbia e non si capisce se abbia il compito di ammansire la fiera, donarla e ricondurla tra le braccia di Elly Schlein. De così fosse, missione fallita. Perché basta nominare Matteo Renzi e sia lui sia il capo politico del Movimento 5 Stelle perdono qualsiasi freno inibitore.

«Voi siete d’accordo quando si critica la Meloni, ma non riuscite a proporre un’alternativa», li incalza il padrone di casa. «Se qualcuno pensa che il campo progressista possa identificarsi solo con il Pd, allora noi non siamo disponibili a rifluire sotto la sua ala, quindi abbiamo bisogno di un’agibilità politica che ci venga riconosciuta», attacca l’avvocato. Bersani fa buon viso: «Ha ragione Conte quando dice “attenzione che qui non ci son cespugli, ma c'è pari dignità”, però penso che solo mettere in sequenza delle proposte comuni non basti. La gente deve capire su che carro le carichiamo, come diventano fatti». Chiede di guardare al centro, di «prendere su non Italia Viva ma i liberali seri...».

 

E qui la serata precipita. «Ce l’hai sempre con Renzi tu», azzarda Conte. Floris li provoca: «Ma se l’ala liberale si rivede in Renzi voi come vi ponete?». Conte sorride: «Chi è che si rivede in Renzi? Se ci mettiamo in prospettiva di razionalità politica bisogna sempre considerare che, per i voti che arrivano, quanti ne scappano e mi sembra invece che quelli che scappano siano di gran lunga in numero maggiore». E intanto la regia impietosa inquadra Bersani, che trattiene a stento un ghigno. Sorridi Pier Luigi, sorridi. Elly non ti sta guardando. Forse.

 

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