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Giorgio Mulè accusa dopo il caso-Albania: "Da quando i magistrati hanno iniziato a muoversi"

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Dopo la decisione della sezione immigrazione del tribunale di Roma di non convalidare il trasferimento dei 16 migranti in Albania, si è riacutizzato lo scontro tra governo, opposizioni e magistratura. Da un parte, il fu campo largo che ha gridato al fallimento dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Dall'altro i partiti di maggioranza che continuano a ribadire l'importanza del principio della separazione dei poteri in un Paese democratico qual è l'Italia.

A L'aria che tira, il talk show politico di La7 condotto da  David Parenzo, si è tornati a parlare del caso Albania. Giorgio Mulé, ospite in studio, ha spiegato ha ricordato ai telespettatori tutte quelle volte che la magistratura è intervenuto per bloccare le riforme varate dal governo Meloni. "C'è un'enciclopedia raccolta di interventi di magistrati che da quando questo governo ha cominciato a fare delle riforme o dei provvedimenti di legge fatto dal Parlamento o dal governo - ha spiegato il deputato di Forza Italia -, interviene a piedi uniti - nel calcio li avrebbero espulsi - dicendo che c'è in atto un disegno eversivo dell'ordine costituzionale per il provvedimento sulla separazione delle carriere. Cito tra virgolette".

 

 

E ancora: "Ci sono leggi come il decreto Cutro che richiamano il tempo del fascismo e il tempo di Mussolini a cui non ci dobbiamo riformare. Quando ogni volta questo governo fa un'iniziativa legislativa non ci sono dei commenti che possono stare nel recinto della dialettica. Vi è un atteggiamento da guerra continua".

L'aria che tira: l'intervento di Giorgio Mulé

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