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Amadeus per non sprofondare si inventa il "piccolo tutorial" su come usare il telecomando

Andrea Tempestini
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C’è chi pigia un bottone rosso per dare il là a una guerra, convinzione tanto radicata quanto leggendaria sul presidente Usa di turno, e chi pigia un bottone per salvare il salvabile. Questo secondo caso ci porta dritto dritto da Amadeus e al suo Chissà chi è, il programma che conduce su Nove con relativo successo (eufemismo): il barometro dello share, dopo i picchi delle prime due puntate tra il 5 e il 3%, si è assestato su un inquietante “due virgola” (per essere precisi venerdì al 2,6%). Un signor flop.

Invertire la rotta del clone dei Soliti ignoti, raddrizzare le sorti del quizzone malriuscito, appare sempre più una missione impossibile. Nessun sussulto nonostante l’inarrestabile chiacchiericcio sulla trasmissione e le sue sorti. Nessun guizzo nonostante la martellante campagna pubblicitaria online e sul Nove, rete che tutt'ora prova a spingere in ogni modo possibile il format. Ma la vulgata progressista che aveva elevato “Ama” a partigiano televisivo in virtù dell’addio a “TeleMeloni”, con mestizia, ha individuato il responsabile del flop: il «telespettatore pigro», ve ne abbiamo dato conto su Libero ieri, ossia il telespettatore che per consuetudine non amplia i suoi orizzonti rispetto ai tasti che punteggiano il telecomando dall’uno al sette. Anime aride, insomma.

 

Che c’è di nuovo? C’è che Amadeus pare aver fatto sua la teoria del «telespettatore pigro». Eccoci al dunque: pur senza accusarlo di ignavia ha pigiato il bottone per salvare il salvabile. «Ciao a tutti da Amadeus. Volevo ringraziare le signore e i signori che mi hanno detto delle cose carine nei messaggi», esordiva in un video pubblicato sul suo profilo Instagram. «Molti mi dicono che non riescono a vedere il canale Nove. Piccolo tutorial, dunque: io sono per esempio in cucina, voglio vedere Chissà chi è? È molto semplice: basta premere il canale 9 del digitale terrestre. Proprio come faccio io». E pigia il bottone. «Alzo il volume e vedo Nove, Chissà chi è, tutta la programmazione. E se per caso ancora non riuscite e vederlo, va risintonizzato!». Sembrava di percepire un filo di imbarazzo nell’Amadeus del «piccolo tutorial». Un top-player dell’intrattenimento televisivo non può che risultare impacciato se recita da protagonista del “momento-Mastrota”, la televendita di sé stesso (in uno dei momenti più complessi di una intera carriera).

E SUL SATELLITE?
«E per vedere Chissà chi è sui canali satellitari è molto semplice: con il telecomando basta digitare 149, uno-quattro-nove», scandiva con il sorriso di chi - interpretazione dello scrivente - non vedeva l’ora di finirla. E su quelle parole il video terminava.

Un tentativo velatamente disperato, lo “spiegone” su come usare il telecomando, il conduttore che snocciola le coordinate per trovare sulla griglia dei tasti quel maledetto “Nove”, chissà dove si nasconde! Un’auto-promozione che voleva essere (anche) auto-ironica - Amadeus è il primo a sapere che le cose non vanno e che tale clip è perfetta per calamitare sfottò -, ma nonostante il contesto (o forse visto proprio il contesto) l'esito risultava piuttosto deprimente.

SCENDE IN CAMPO FAZIO
Dato per scontato che il «piccolo tutorial» non sia in grado di rianimare l’encefalogramma Auditel, per Chissà chi è entra ora in campo l’artiglieria pesante: Fabio Fazio. Questa sera, infatti, va in onda la prima puntata di Che tempo che fa, rigorosamente sul Nove. E tra gli ospiti ecco Amadeus, uno che risponde alla perfezione all’identikit di “tele-martire” così attrattivo per Fabio Fazio. Per Amedeo Umberto Rita Sebastiani si tratta della seconda ospitata a Che tempo che fa: la prima risale allo scorso 4 febbraio, vigilia di Sanremo, erano giorni di gran fracasso e polemica poiché la Rai vietò ospitate sulle reti concorrenti ai cantanti in gara e al futuro vincitore. Fazio – nume tutelare dei tele-martiri – evocò una sorta di complotto nei suoi confronti. Amadeus, però, poté andare dall’amico Fabio (col senno di poi fu più di un segnale). Ora ci torna, sono passati appena otto mesi. E fa specie come sia cambiato tutto: a febbraio Amadeus era un (malriposto) simbolo di libertà, oggi assomiglia a un conduttore in cerca di aiuto («Basta premere il canale 9!»).

 

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