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DiMartedì, il delirio di Ascanio Celestini: "Israele? Pensate alla mafia". Floris lo ferma

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Ascanio Celestini, parlando del conflitto in Medioriente, si è avventurato in un paragone azzardato. L'attore, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, ha messo sullo stesso piano Israele e la mafia. Secondo lui, Tel Aviv sarebbe colpevole di controllare il territorio come se fosse una banda criminale. "Per parlare di quei Paesi è necessario pensare che non siano delle nazioni - ha argomentato così la sua tesi -. Pensate alla mafia. La mafia non ha dei confini. E infatti Israele non considera la propria nazione fatta di confini. La mafia gestisce un territorio. Se una banda avversaria ammazza il figlio di un mafioso... il mafioso non è che ammazza il figlio di un mafioso avversario. Ne ammazza venti, trenta, cinquanta. E soprattutto punta a gestire il territorio. Quello che è stato colpito in Israele - ha poi aggiunto -, è il suo potere".

Dopo aver ascoltato i primi secondi dell'intervento di Celestini, Giovanni Floris si è sentito in dovere di sottolineare la differenza sostanziale tra Israele e la mafia. "È indebito il parallelo tra uno stato sovrano e legittimo come Israele e la mafia", ha spiegato il conduttore di La7.

 

 

"Quello che sta facendo è ridisegnare un'egemonia - ha replicato Celestini -. Un professore oggi ha detto che l'Iran contrattacca perché sono i padrini di Hamas etc. Ormai anche nel linguaggio, cerchiamo di vederla come se fosse la mafia che gestisce un territorio contro le altre bande avversarie. E però quel territorio è oggettivamente gestito da Israele. E giuridicamente Israele ha una responsabilità che tutti gli altri non hanno. E questo l'Onu - ha concluso - lo ha sottolineato più di una volta".

DiMartedì: l'intervento di Ascanio Celestini su Israele

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