In altre parole, Massimo Gramellini demolisce la Wada: "Perché vogliono squalificare Sinner"
Oltre all'uccisione del capo di Hezbollah, l'altra notizia della giornata è la decisione della Wada di fare ricorso per il caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner. L'altoatesino era stato trovato positivo al Clostebol, un farmaco proibito dal circuito Atp. Lui si è sempre dichiarato innocente, anche perché l'assunzione del prodotto sarebbe avvenuta per sbaglio. Un suo ex fisioterapista si era ferito un dito e aveva usato quel farmaco per medicarsi. Poi aveva massaggiato la coscia del numero uno al mondo. E così l'azzurro si è trovato al centro di una bufera mediatica che forse non avrebbe meritato.
A In altre parole, il programma di La7 condotto da Massimo Gramellini, l'incipit della puntata è stato dedicato proprio a Jannik Sinner. Un monologo dell'editorialista del Corriere della Sera, ha messo in luce tutte le contraddizioni di questa vicenda che ormai si protrae da diverso tempo.
"Il 4 ottobre dell'anno scorso un tennista italiano fu sottoposto ai controlli anti-doping - ha esordito così Gramellini -. Nelle sue urine vengono trovate tracce di Clostebol che è un anabolizzante che si vende comunemente in farmacia per curare le ferite della pelle. Ma è vietato nello sport. Un processo lampo stabilisce che il tennista italiano ha assunto l'anabolizzante in modo del tutto accidentale. Forse proprio attraverso una pomata. Nessuno ricorre e - ha proseguito - la sua assoluzione è piena. Di chi sto parlando? Ma ovviamente di lui: Marco Bortolotti, numero 94 del ranking del doppio e nemmeno in classifica nel singolare".
"Nulla da nascondere, sono deluso": Sinner picchia duro contro la Wada
E ancora: "Lo so, per un momento avrete pensato che mi stessi riferendo a lui invece: Jannik Sinner. Anche Sinner ha assunto una quantità risibile di Clostebol paragonabile a un cucchiaino d'acqua in una piscina olimpionica - ha ricordato Gramellini -. E per questo è stato assolto. Ma oggi l'agenzia mondiale anti-doping ha deciso nel suo caso di fare ricorso, chiedendo da uno a due anni di squalifica. Cioè Sinner e Bortolotti hanno fatto la stessa cosa. Eppure sono stati trattati in modo molto diverso. E così mi viene un dubbio. Non sarà che questa diversità dipende dal fatto che Sinner è il numero uno del mondo? In altre parola, è una vecchissima storia e - ha concluso - si chiama: 'Invidia'"
In poche parole: il monologo di Gramellini su Sinner