L'aria che tira, Giuseppe Cruciani scatena il delirio: "Sono mussoliniano!"
Oggi, lunedì 9 settembre, è ripartita la stagione dei talk show politici di La7. Ed è tornato anche David Parenzo, sempre alla conduzione de L'aria che tira. Il giornalista veneto, com'era prevedibile, è tornato sulla vicenda che ha coinvolto l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l'imprenditrice di Pompei Maria Rosaria Boccia. Ospiti in studio, Alessandra Mussolini e il direttore della Stampa di Torino Andrea Malaguti. In collegamento, invece, Giuseppe Cruciani. La storica voce del programma radiofonico La Zanzara, anche in questa stagione sarà accompagnato proprio da David Parenzo. Un binomia che vince e convince.
Alessandra Mussolini non è può più di sentire i talk show politici italiani parlare solo di Maria Rosaria Boccia. In fondo, Gennaro Sangiuliano si è già dimesso dal suo incarico governativo. Ma i media progressisti continuano imperterriti a calvalcare il caso. Forse perché non hanno altri argomenti per attaccare il governo guidato da Giorgia Meloni.
"Ora vuole monetizzare": soldi, il siluro di Cruciani contro Imane Khelif
Dopo la riflessione di Mussolini, è intervenuto Giuseppe Cruciani. La zanzara, come è solito fare, ha lanciato una provocazione che ha lasciato tutti esterrefatti: "Ti dico subito che sono mussoliniano". A quel punto David Parenzo ha cercato di buttarla sul ridere: "Eh non è una novità". Poi la precisazione di Cruciani: "Sono mussoliniano non nel senso malevolo che voi potete intendere a La7. Ma sono mussoliniano nella versione di Alessandra Mussolini che ha appena detto. Basta con questa vicenda". Sulla stessa linea anche l'ex eurodeputata di FI che ha lanciato una frecciatina al direttore della Stampa. "Basta, si stanno sovreccitando - ha detto Mussolini -. C'è il direttore della Stampa che voleva vendere i materassi appena fatta l'intervista, era felicissimo. Se non succedeva sta sbocciata, non sapevate di cosa parlare. Il governo - ha poi concluso - è stabile".
L'aria che tira: la provocazione di Giuseppe Cruciani sul caso Boccia