Kursk, il generale Camporini: "Non è che uno può sempre difendersi"
Continua l'avanzata ucraina nella regione russa di Kursk e mentre Volodymyr Zelensky si dice soddisfatto in quanto "stiamo raggiungendo i nostri obiettivi. Questa mattina abbiamo un altro rifornimento per il fondo di scambio per il nostro Paese", in Italia continua il dibattito sulla controffensiva di Kiev.
Intanto, le forze armate ucraine hanno distrutto anche il terzo e ultimo ponte sul fiume Seym, a poca distanza dal villaggio di Karyzh nella regione russa di Kursk, nel distretto di Glushkovsky. La distruzione del terzo e ultimo ponte rende ora impossibile il rifornimento delle forze russe presenti nella zona. Da Mosca tutto tace e alla luce dell'offensiva ucraina "al momento il processo negoziale è completamente inappropriato", ha fatto sapere il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov in una intervista al canale Telegram Shot citata dalle agenzie di stampa russe Tass e Interfax. "A questo punto, data questa impresa, non parleremo".
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Per il Generale Vincenzo Camporini, esponente di Azione, anche "questa è un'attività difensiva", spiega all'Aria che tira il politico. "Quando uno viene aggredito non è che può solo difendersi, non è che può alzare solamente uno scudo, può anche cercare di eliminare le sorgenti di fuoco avversarie" e "quindi l'attacco al territorio avversario è comunque una azione difensiva", osserva Camporini per cui da questo punto di vista "la narrazione deve essere un pochino aggiustata. Quello che è sorprendete è la facilità con cui questa operazione è andata avanti". Una facilità che secondo il generale "neanche gli ucraini si aspettavano. Immagino - ha continuato - che questa operazione sia stata lanciata a scopo di creare un diversivo, ma con una profondità e con un respiro strategico molto limitato". A far procedere l'avanzata ucraina è stato anche il fatto che "trovandosi di fronte il nulla, una resistenza praticamente inesistente, è chiaro che la cosa sia andata avanti".
Per il generale fare previsioni è difficile perché "quando si occupa un territorio poi bisogna controllarlo e per controllarlo ci vogliono tanti boots on the ground che non credo oggi l'Ucraina possa permettersi di spendere e quindi vedremo la dinamica". Sul fatto che la controffensiva ucraina sia riuscita a procedere per decine e decine di chilometri, per il generale "era comunque fattibile con una volontà e un disegno strategico adeguato".
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Guarda qui il video di Vincenzo Camporini all'Aria che tira