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In Onda, Rosy Bindi attacca il governo: "Ecco il vero marchio di questo esecutivo"

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Roberto Tortora
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Ha creato un vespaio di polemiche l’intervista a La Stampa di Federico Mollicone, deputato di FdI e presidente della Commissione cultura alla Camera che, nel ricordare la strage di Bologna, ne ha sconfessato le sentenze e le responsabilità attribuite all'estremismo di destra: “Era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana. Si cerca di creare un teorema come è accaduto a Berlusconi per decenni facendolo diventare addirittura il referente della mafia. Le sentenze di Bologna sono un teorema per colpire la destra”.


Parole che hanno sollevato l’indignazione di tutta la sinistra, la quale chiede al premier, Giorgia Meloni, di distanziarsi da queste affermazioni. A In Onda, talk di approfondimento politico estivo di La7, ne parla in maniera altrettanto scossa Rosy Bindi, ex-presidente del Partito Democratico: “Dall'inizio di questo governo ho pensato che sarebbe stato possibile da parte del presidente del Consiglio non prestarsi alle accuse di nostalgie del fascismo riferito al Ventennio. Vedo che fanno una grande fatica, ogni giorno si sta dimostrando che il vero marchio sta nel neofascismo in questo governo. Le radici di quella strage – cita il presidente dell’associazione delle vittime della bomba alla stazione di Bologna - sono nella cultura di questo governo. Il vero tentativo di revisionismo storico di Fratelli d'Italia è proprio riferito agli anni '70 e '80 che si ostinano a non riconoscere come frutto di quel neofascismo che si è sempre opposto alla realizzazione piena della nostra Costituzione e alla vita della nostra Repubblica. Che ha cercato in tutti i modi con le bombe e con l'azione politica da parte del Movimento Sociale guidato da Almirante e da Rauti di impedire l'evoluzione e il compimento del progetto della nostra carta costituzionale. Oggi sono al governo, presentano riforme che stravolgono la costituzione, vogliono riscrivere la storia ed è gravissimo che il presidente di una Commissione Cultura sia il primo revisionista storico di un periodo così venuto alla luce con sentenze di terzo grado, su cui non ci sono dubbi e incertezze. E che addirittura si stravolga un altro elemento della nostra Costituzione, che è la divisione dei poteri, perché si chiede al ministro della Giustizia di fatto di riscrivere le sentenze. È di una gravità inaudita – chiude l’ex-ministro della Sanità - nei confronti delle vittime di quel tempo e un campanello d'allarme oggi per la democrazia del nostro Paese”.

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