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David di Donatello, Biggio gelato: "Messi sulle scale, non doveva succedere"

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Momento di gelo in diretta su Rai 1, durante la cerimonia per i David di Donatello 2024 a Cinecittà. Rapito, il film di Marco Bellocchio ambientato nel 1851 e dedicato al caso di Edgardo Mortara, bambino ebreo fatto rapire a Bologna dal Papa in persona, si è aggiudicato i premi per scenografia, costumi, sceneggiatura non originale, trucco e acconciatura.

Tutti felici? Sì, a parte Sergio Ballo. Il costumista ha ritirato la sua statuetta insieme alla collega Daria Calvelli, ma ha fatto polemica con gli organizzatori, con a fianco un Biggio visibilmente imbarazzato: "Ci hanno messo sulle scale come Wanda Osiris - ha ironizzato Ballo -. Avremmo preferito condividere la sala con i colleghi, purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene visto come le vetriniste e le domestiche. Cosa che non deve succedere Daria, credo tu sia d'accordo". A quel punto non ha potuto non prendere la parola il conduttore Carlo Conti, sul palco insieme ad Alessia Marcuzzi: "Aver portato alcune categorie in alcuni spazi speciali ci sembrava una ricchezza, non una deminutio". I diretti interessati, però, non l'hanno interpretata così. E si sono tolti il sassolino dalla scarpa. 

 

 

 

Per il resto, oltre alla pioggia di riconoscimenti per Matteo Garrone (sette a Io capitano) e la favoritissima Paola Cortellesi (sei a C'è ancora domani), della serata resteranno negli occhi la voce di Federico Fellini e l'omaggio al regista di Amarcord a inizio programma nel mitico studio 5 di Cinecittà, il passo a due tra Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti sul tappeto rosso, la commozione di Vincenzo Mollica che ha ricevendo il David speciale con standing ovation della platea. E l'impegno civile di Elio Germano, miglior attore non protagonista per Palazzina Laf sul dramma dell'Ilva: "Non possiamo fare a meno di lottare, io e Riondino, questo è un film molto attuale che parla di lavoro, tema che sembra dimenticato oggi dal cinema, e di Taranto violentata dal profitto. Sono tante le persone ci hanno raccontato le loro palazzine Laf". 

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