Tg3, agguato alla troupe in Calabria: presi a bastonate. E poi? Si scusano...
Dopo l'aggressione, le scuse. I familiari di Domenico Oppedisano, ragazzo di 24 anni assassinato a colpi di lupara l'altro ieri in località Prateria di San Pietro di Caridà, in provincia di Reggio Calabria, hanno infatti chiesto di incontrare il giornalista del Tg3 della Calabria, Lorenzo Gottardo, per scusarsi dell'attacco contro di lui e contro la troupe della Rai che lo accompagnava, durante un reportage sugli sviluppi dell'omicidio del giovane operaio.
Gottardo e i suoi colleghi sono stati affrontati ieri 9 aprile a San Pietro di Caridà da due persone armate di bastone (un fratello e un cognato della vittima), già individuate e denunciate per minacce gravi e percosse dai carabinieri del comando provinciale, che hanno colpito il giornalista alle braccia e alle gambe e danneggiato anche l'auto di servizio.
L'aggressione, che è stata severamente condannata dalla politica, dalle istituzioni calabresi, dalla Fnsi e dal presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, è l'ennesimo atto di violenza nei confronti degli operatori dell'informazione impegnati nel loro lavoro quotidiano. Le indagini, coordinate finora dalla Procura della Repubblica di Palmi, si muoverebbero nell'ambito di precedenti fatti di sangue avvenuti nella zona, che hanno coinvolto alcuni parenti di Domenico Oppedisano, in un'area, quella di "Prateria", contesa tra le cosche del Vibonese e quelle della Piana di Gioia Tauro per il controllo delle attività boschive e il commercio del legname.
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