DiMartedì, Schlein contro Meloni: "Avrei voluto vedere le sue faccette"
Ha fatto molto discutere la performance in Parlamento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che prima aveva chiamato “ragazzi” alcuni membri dell’opposizione e poi, in risposta ad una frase di Angelo Bonelli dei Verdi (“Non mi guardi con quegli occhi inquietanti!”), aveva infilato la testa dentro la giacca. Un’esibizione bizzarra, ma che ha avuto così tanto risalto che è diventata anche la foto-notizia della prima pagina del Wall Street Journal.
E non è la prima volta che il premier usa la sua mimica facciale e la sua gestualità nei comizi e negli interventi fatti in questo anno e mezzo di governo. Se ne discute, di questo, a DiMartedì, il programma di approfondimento politico e sociale di La7 condotto da Giovanni Floris. Ospite in studio una personalità d’eccezione, cioè il leader del Partito Democratico, Elly Schlein, la quale non apprezza affatto certe scenette, quando, a suo dire, il capo del governo ha ben altre gatte da pelare.
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Quando, infatti, Floris le chiede cosa ne pensa, la Schlein è dura: “Avrei voluto vedere le sue faccette e i suoi gesti il giorno dopo quell’episodio, quando, mentre era al Consiglio europeo insieme a tutti i suoi colleghi, le è arrivata la notizia di un'indagine, anzi di un'accusa di truffa aggravata di una sua ministra, avrei voluto vedere quelle faccette lì”.
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Applauso del pubblico, ma poi il capo del Pd si fa più seria: “C'è poco da ridere, le faccette se le può permettere chi non deve attendere un anno e mezzo per fare una gastroscopia a causai dei tagli alla sanità del governo, che fa mancare i medici e gli infermieri negli ospedali. Le faccette – continua la Schlein - non se le può permettere chi si trova a veder morire di fame e di ustioni sessanta persone che viaggiavano sulla stessa imbarcazione e che poi il governo, per crudeltà, decide di mandare fino ad Ancona per far sbarcare chi è sopravvissuto a quell'ennesima strage”.
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