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In Mezz'ora, Mantovano e la strage di Mosca: "Qual è il vero rischio per l'Italia"

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"L'Italia ha sempre mantenuto costante l'attenzione verso la minaccia terroristica, su più fronti tra loro collegati. Intanto, su quello più stretto della sicurezza". Alfredo Mantovano lo evidenzia nel sottolineare, ospite di Monica Maggioni a In Mezz'Ora su Rai 3, che "c'è un po' di enfasi su questo Comitato nazionale convocato per domani che - annota - rientra in una ordinaria attenzione, così come periodicamente e a distanza ravvicinata si riunisce al Viminale, da circa 15 anni, un organismo tutto italiano, che stanno osservando con attenzione anche altri Stati europei, con i vertici delle forze di polizia che si occupano di prevenzione del terrorismo e Intelligence e che punta a fare la prima cosa fondamentale, che probabilmente è mancata a Mosca: mettere in circolo le informazioni, valutarle e trarne le conseguenze operative".

"Altra particolarità dell'Italia - spiega ancora il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica - è che sul fronte del contrasto realizza da anni una sorta di difesa anticipata, applicando norme che sanzionano anche la mera adesione online a un gruppo terroristico. Anche solo a fare transitare sul proprio pc l'apologia del terrorismo poi si va incontro a una sanzione penale e verso le comunità islamiche, al di là di diatribe politiche, c'è un atteggiamento di rispetto che riduce l'area della tensione".

 

 

 

"In Italia - rivendica - non capitano gesti stupidi come quelli in altri Stati europei di strappare le pagine del Corano in pubblico". "Oggi - ragiona Mantovano - il fronte principale della minaccia non è tanto quello di gruppi organizzati. Con tutti i limiti di previsione, un gruppo che non può non avere avuto preparazione e supporti logistici come quello che ha agito a Mosca, in Italia sarebbe stato intercettato prima. Più preoccupante, rileva ancora, è il reclutamento online sul quale vigilano la Polizia Postale e tanti altri". Una tipologia di reclutamento "molto più insidioso", con lupi solitari "che, come è capitato in altri stati europei, utilizzano un'auto, autobus per compiere gesti criminosi".

 

 

 

La strage di Mosca, osserva il sottosegretario, è la "prova di grande debolezza da parte di un regime che basa la sua credibilità sulla capacità di garantire la sicurezza". "Richiama quella debolezza e incertezza emersa nelle prime ore, durate parecchio, dell'avanzata della Brigata Prigozhin". "Anche li' - conclude Mantovano - c'era una paralisi tipica dei regimi autocratici che basano tutto sull'ordine dall'alto. E se non arriva, si resta fermi".

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