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Otto e Mezzo, Lucio Caracciolo e la farsa di Macron: "Abbiamo munizioni per tre giorni..."

Claudio Brigliadori
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«Mai attentato fu più annunciato di questo». Sulla strage al Crocus di Mosca è giusto partire dalle premesse di Lucio Caracciolo, visto che fin da subito si sono diffuse teorie complottiste che vanno dalla pista ucraina al (classico) «è stato Putin». Venerdì Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 ha il difficile compito di analizzare la situazione praticamente in diretta, con tutte le insidie del caso. Propaganda del Cremlino compresa.

In studio, il direttore di Limes e tra i massimi esperti di geopolitica in Italia ricorda l’allerta lanciata dalle ambasciata americane e inglesi lo scorso 7 marzo, quando chiedevano ai loro connazionali presenti nella capitale russa di evitare luoghi ed eventi affollati per il rischio, appunto, di un «attentato imminente. Bisognerebbe chiedere a loro, evidentemente qualcosa in più sanno anche non è detta che possano rivelare tutto», ironizza Caracciolo. Poche ore dopo sarebbe arrivata la rivendicazione dell’Isis, con Putin che ha comunque rinfocolato i sospetti su Kiev.

 

«Per il presidente a pochi giorni dalle elezioni è una botta pesante, perché si è giocato tutto sulla sicurezza e la gloria della Russia - riflette Caracciolo riguardo agli effetti -. Per l’Ucraina invece è un vantaggio perché l’attentato mostra le debolezze del sistema russo. Essendo al fronte la situazione per loro piuttosto svantaggiara, quello che possono fare gli ucraini è andare a colpire fuori, in territorio russo o le navi russe nel Mar Nero», certifica l’analista. La domanda da farsi ora è: siamo in guerra (vera) anche noi? Caracciolo fa intendere di sì, sottolineando come in una Europa «senza visione» lasci spazio a sparate tragicomiche come quella di Macron: «Vuole mandare i soldati in Ucraina e abbiamo munizioni per tre giorni».

 

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