Christian Raimo: "Questa è la lista delle persone uccise dalla polizia", caos in studio
Alle sceneggiate in studio a PiazzaPulita, su La7, Christian Raimo ci è abituato. Lo scrittore e attivista di ultra-sinistra, autoproclamatosi la sentinella dell'antifascismo in servizio permanente attivo, ha spesso sfoderato davanti all'amico Corrado Formigli fogli, foglietti, cartelli, striscioni, libri, cartellette. Stavolta però si è superato, srotolando un vero e proprio lenzuolata con su scritta la lista, sottolinea, "di tutti gli omicidi della polizia dal 1948 a oggi". Giusto per far capire che aria tira.
"Questo è un sommario - spiega Raimo facendosi aiutare dal conduttore, costretto a reggere un angolo del foglio extra-large -. Gli omicidi di carabinieri, polizia e polizia penitenziaria".
In studio si alzano le proteste fuori dall'inquadratura delle telecamere con Gian Micalessin, storica firma del Giornale dagli scenari di guerra, che contesta: "Ma cosa c'entra? La polizia sono criminali? Vuoi criminalizzare la polizia? Guarda che la polizia difende anche le minoranze in una democrazia". "Posso fare un intervento da storico?", riprende la parola Raimo. "Sì ma questa è una criminalizzazione della polizia", insiste Micalessin con Formigli che interviene: "Lasciamolo parlare, non so dove voglia andare a parare".
"Questa è la lista delle persone uccise dalla polizia": guarda il video di Raimo a PiazzaPulita
"A Pisa come a Genova, abbiamo visto. Si chiede da un punto di vista democratico un codice identificato per gli agenti e forse anche disarmare la polizia. Questi sono gli omicidi di braccianti, studenti, sindacalisti. Non violenti, ma in scioperi e manifestazioni".
"Dovresti metterci anche i nomi dei poliziotti uccisi, e forse la lista sarebbe molto più lunga", puntualizza Micalessin. "Queste sono persone uccise durante le manifestazioni, non con le armi in mano", prova a difendersi Raimo, tra il malumore generale degli altri ospiti. E quando nella lista degli "innocenti" inserisce anche Carlo Giuliani, l'antagonista ucciso a Genova al G8 del 2001 mentre stava tentando di sfondare il parabrezza di una camionetta con un estintore, Micalessin e Fabio Dragoni sobbalzano: "Dai non stava manifestando. Vergognati!".