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Otto e mezzo, Luca Josi e le manganellate: "Provate a manifestare in Palestina"

Claudio Brigliadori
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Il manganello non ha colore politico, le piazze spesso sì. Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, il giornalista e manager Luca Josi riflette su quanto accaduto la scorsa settimana con gli scontri in piazza a Pisa e Firenze tra gli studenti in corteo per manifestare a favore della Palestina e le forze dell’ordine.

«Penso che le persone, soprattutto i ragazzi, abbiano il diritto di avere la testa più confusa del mondo, dal punto di vista ideologico, ma questo non giustifica che quella testa venga rotta, in nessun luogo democratico», premette Josi. «Io poi vengo da una città, che è Genova, che è stata la Silicon Valley del terrorismo, la Vladivostock d’Europa, quindi di manifestazioni che definire violente è un eufemismo ne ho viste in tutte le loro sfaccettatture».

 

 

 

Paragonare il nostro tempo con gli Anni di piombo, come sembrano fare in tanti a sinistra, è perlomeno fuorviante. «Oggi fortunatamente abbiamo la possibilità di un monitoraggio e di una propagazione di quelle che sono forme inaccettabili in situazione democratica che probabilmente un tempo non c’erano».

 

"In Palestina non potrebbero manifestare". Guarda il video di Luca Josi a Otto e mezzo

 

E ancora: «Un giorno quando sentirò, insieme a Free Palestine, magari far riflettere questi ragazzi sul fatto che con loro, da noi, potrebbero manifestare anche il premier francese e il suo ex compagno ministro degli Esteri, già nella libera Palestina che loro auspicano non potrebbero manifestare come hanno provato a fare a Firenze e a Pisa». «Questo è il bello di vivere in Italia- applaude Paolo Mieli-, per fortuna viviamo in un Paese in cui accadono le cose che dice Luca Josi».

 

 

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