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Ricchi e poveri, "adesso sono...". Edoardo Vianello, battuta choc sul Baffo?

Claudio Brigliadori
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 Un regolamento di conti decantato per mezzo secolo. Edoardo Vianello e i Ricchi e poveri sono due glorie della musica leggera italiana, entrati entrambi a pieno titolo nell'immaginario pop di questo Paese e nella storia del nostro costume in un biennio irripetibile per la nostra canzone, quello tra anni Sessanta e Settanta.

Forse pochi sanno che proprio l’interprete romano di tormentoni come I Watussi, Abbronzatissima, Guarda come dondolo e Pinne fucile ed occhiali è stato uno degli scopritori del gruppo genovese, quasi sempre associato a due padrini nobilissimi (e lontanissimi tra di loro) come Fabrizio De Andrè e Franco Califano.

 


Intervistato da Eleonora Daniele a Storie Italiane, su Rai 1, Vianello si toglie i sassolini dalle scarpe alla vigilia del debutto del Festival, con Angelo & Angela (ridotti a duo per la defezione di Marina Occhiena e la morte del Baffo Franco Gatti) in gara all'Ariston.

 

 

 

«Hanno lasciato dei saluti per me per caso? Li sto aspettando da 50 anni... - punzecchia Edoardo, riferendosi all’intervista dei colleghi sempre a Storie italiane, il giorno prima - Ricordo che li ho portati io a Sanremo... Sono polemico perché con Franco Califano li abbiamo lanciati noi».

Vianello mastica talmente amaro da scivolare su una battutaccia: «Vabbè che adesso sono Ricchi e Pov...». Il cantante si autocensura ma incappa nel rimbrotto della padrona di casa: «Vabbè perchè sono due? Non penso che tu faccia ironia su altro eh... Anche perché non ci dimentichiamo che il mio amico Franco Gatti non c’è più. L’ironia onestamente la lascerei perdere». In sottofondo, l’ex marito di Wilma Goich prova a difendersi: «Però la quarta l’hanno mandata via loro...», riferendosi alla Occhiena. Niente lieto fine, nemmeno al Festival. 

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