Dritto e Rovescio, Giuseppe Cruciani: "I morti, ecco il grande ricatto di questi giorni"
Gli atti vandalici dei Fleximan, uomini sconosciuti che girano il nord-Italia sfasciando autovelox, sono tema di discussione in tutto il Paese e hanno aperto il dibattito sui limiti di velocità nei centri urbani. Come a Bologna, dove il sindaco ha imposto un tetto di 30km/h che ha destato molte polemiche.
Di questo si parla a Dritto e Rovescio, programma di Rete 4 di approfondimento politico e sociale, condotto da Paolo Del Debbio. Interviene in studio una cittadina, schiacciata da continue multe per eccesso di velocità: "Ne ho subite ben 25 perché? Io non l’ho capito, in una strada a scorrimento veloce, che non è nel centro abitato, ha lo spartitraffico al centro e il limite di 50 orari è veramente assurdo. Oltre al fatto che mi sono arrivate multe per 2, 3 chilometri in più e questo non credo serva a salvaguardare la sicurezza delle persone e degli automobilisti, ma serve solo ed esclusivamente a fare cassa e questa è una cosa che non può assolutamente andare".
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Non condivide questa lamentela la giornalista Sabrina Scampini: “Dobbiamo rallentare per coscienza, sperare che ogni cittadino vada piano perché tiene anche alle altre persone”.
Gli va contro, come spesso accade, Giuseppe Cruciani, speaker e conduttore radiofonico di Radio 24 con il suo La Zanzara: “A parte che in altri Paesi l’autovelox nemmeno esiste, io sono favorevole alla libertà individuale e per la responsabilità individuale, non mi piace uno Stato paternalistico che ti deve imporre dei limiti".
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La Scampini non ci sta: "Quando ci sono incidenti e morti per strada è diverso dalla libertà di potersi fumare, ad esempio, una sigaretta al bar e dove posso essere d’accordo con te. Quando si parla di sicurezza e della vita delle persone facciamo un discorso un po’ più serio". Cruciani contro-replica: "Vengo da te sulla questione dei morti, che è il grande ricatto di questi giorni. Molti come me considerano i Fleximan come un moto dello spirito, quello che noi vorremmo essere, ma non abbiamo il coraggio di essere".
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