Fuori dal Coro, il pescatore rovinato dalla Ue: "Sto pesce fresco da dove te lo devo dare?"
Alle proteste di agricoltori e allevatori contro Bruxelles degli ultimi giorni si unisce, ora, anche quella dei pescatori. I nuovi piani della cosiddetta “green economy” stanno danneggiando le produzioni autoctone, in favore delle importazioni da’l'estero. Il divieto della pesca a strascico e il nuovo regolamento europeo, che per i prossimi tre anni prevede di sospendere o ridurre del tutto i dazi doganali per una serie di prodotti da pesca, sta mandando in crisi il settore ittico italiano. Acciughe, merluzzi, sgombri, calamari, naselli, aragoste, gamberetti e altri pesci ampiamente disponibili nei nostri mari arriveranno sempre di più da paesi extra-europei. Lo riferisce, approfondendo il tema, Viviana D’Introno, inviata di Fuori dal Coro, programma di approfondimento politico e sociale di Rete 4, condotto da Mario Giordano.La puntata è quella di mercoledì 31 gennaio.
La giornalista è stata a Sorrento, in provincia di Napoli, e ha intervistato diversi pescatori che hanno lanciato l’allarme su quanto sta accadendo al Parlamento europeo. Uno di questi dichiara: “Lei arriva in un bel Paese come l’Italia e vorrebbe mangiare un po’ di pesce fresco. Io dico si accomodi, ma se tu non mi fai pescare, sto pesce fresco da dove te lo devo dare?”. Altri due pescatori si accodano e puntano il dito: “Questa Unione europea ci sta ammazzando pian piano. A noi la comunità europea ci ha ucciso, ci ha tagliato la testa in questo momento”.
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La D’Introno chiede ad un pescatore di mostrare il pescato locale, l’uomo le risponde così: “Questi sono nostri, veri calamari veraci di Sorrento, costano circa 25-30 euro al chilo. Quelli provenienti dall’estero, invece, costano circa 10 euro al chilo, anche meno della metà”. La giornalista, quindi, conclude il suo servizio con un dato amaro e dichiara: “Nei nostri mari si pescano ogni anno, secondo Coldiretti, circa 180 milioni di chili di pesce, ma le importazioni dall’estero hanno superato ormai il miliardo di chili. Sulle nostre tavole, quindi, otto pesci su dieci non sono italiani”.