Sgarbi sbrocca con l'inviato di Report: "Faccia di me***, via dai cogli***", poi minaccia di spogliarsi
Vittorio Sgarbi perde completamente la pazienza con l'inviato di Report, la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci su Rai tre, che nelle ultime settimane lo ha messo nel mirino, e minaccia di spogliarsi. Come si vede da un video pubblicato dal sito Dagospia, il sottosegretario alla Cultura, incalzato dal giornalista minaccia di togliersi i pantaloni: "Non rompa le pa*** a me, faccia di me***. Si tolga dai cogli***. Spero che la mandiate in onda", urla Sgarbi mentre fa per slacciarsi la cintura.
Venerdì 26 gennaio, il sottosegretario ha replicato agli attacchi dei parlamentari di opposizione che in aula sono tornati a chiedere la revoca delle deleghe. "Io sono adeguatissimo per quello che ho fatto e per quello che faccio. Certamente inadeguata è la deputata Braga che legittima lo sciacallaggio mediatico come se avesse qualche fondamento nella realtà, che solo i fatti si incaricheranno di attestare", ha detto Sgarbi.
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E ancora: "Nessuno, tantomeno la Manzi, mi ha sbugiardato ed è miserabile che si chiami ’maschilismò chiedere, a una deputata come a un deputato, conto della sua attività, come io ho fatto. Deputati fantasmi di cui non c’è traccia di idee e di iniziative, se non di partito". "Quello che io ho fatto in anni di attività istituzionale è documentatissimo non lo si può dire della sconosciute Manzi e Braga, da cui io attendo risposte, e che non insulto e non accuso. Quello che è certo è Braga dice bugie, non ha conoscenza dei fatti, e verrà querelata (sono stato per questo dal procuratore capo della Repubblica a Ferrara) certamente invocando l’immunità parlamentare, per aver detto, mentendo due volte, che il ministero mi avrebbe ’impedito di entrare in Parlamento'. Cosa totalmente falsa, oltre che impossibile".
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"Chissà perché la Braga non si è chiesta come mai, in Parlamento, ad ascoltare la Manzi non c’erano 395 deputati su 400, tra cui lei stessa, cui nessuno ha impedito di entrare", ha concluso Sgarbi. "Come i fatti dimostreranno, io ho scoperto e restaurato un’opera d’arte sconosciuta al patrimonio artistico italiano. L’ho mostrata al mondo che ha potuto valutarla senza l’odio di un restauratore, che non denuncia un sospetto furto di un quadro (tenuto da lui per cinque anni) ai carabinieri ma a un giornale. E posso documentare alle autorità competenti, non a incompetenti che parlano senza sapere, che io non ho riciclato un bel nulla. Ho scoperto e salvato un’opera d’arte che prima non esisteva".