Paolo Cento: "Se gli immigrati diventano criminali è anche colpa nostra"

di Roberto Tortoravenerdì 26 gennaio 2024
Paolo Cento: "Se gli immigrati diventano criminali è anche colpa nostra"
2' di lettura

A Dritto e Rovescio, talk di approfondimento politico e sociale di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio, di discute di immigrazione. Per gli immigrati di seconda generazione, quelli non produttivi e che non contribuiscono al 9% del PIL nazionale, ma delinquono soltanto, è diventato tutto lecito nel nostro Paese?

Tra gli ospiti presenti in studio, dà la sua versione il direttore di Articolo 9, la rivista green di Editailor, Paolo Cento: "Se diventano criminali è anche perché non c'è una politica in questo Paese contro la dispersione scolastica, se diventano criminali è anche perché le periferie sono abbandonate a sé stesse, se diventano criminali é perché questi giovani spesso non hanno un'alternativa di lavoro, di identificazione con modelli positivi e quindi bisogna farci i conti, non solo con il carcere. C'è anche una colpa delle nostre generazioni".

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Cento propone un nuovo modello sociale, d’integrazione: “Noi dovremmo fare un grande investimento economico: scuola, lavoro. Se il lavoro lo dai a 400 euro è evidente che non funziona con questo modello sociale, che a me non piace, un modello per cui se non hai le scarpe all'ultima moda, la borsa firmata non conti niente. Cominciamo a mettere in discussione questo modello di valori, perché non l'affrontiamo la vicenda solo con il carcere”.

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Rivolgendosi, poi, a Matteo Perego di Forza Italia: “Avete fatto peraltro negli ultimi mesi tanti decreti che aumentano le sanzioni penali, ma non risolvono il problema. Il problema è costruire le condizioni, affinché questi ragazzi abbiano un'alternativa, poi quando commettono un reato è ovvio che paghino. Ma è una scelta obbligata a volte da una disgregazione che abbiamo costruito noi”. Perego, allora, replica: “Io guadagnavo 400 euro quando ho cominciato a lavorare, l'han fatto tutti ragazzi, ma di che parliamo. Ma dai, ma non scherziamo. L'abbandono della scuola è una loro scelta. Le condizioni ci sono, è una loro scelta quella di abbracciare quel mondo disgregato. Nessuno è obbligato, questa è l'equazione sbagliata".

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