Papa Francesco da Fazio, "per il momento". Le parole che inquietano
“No, non mi dimetto”, il concetto lo ha ribadito chiaro e forte Papa Francesco, ospite d’onore dell’ultima puntata di Che Tempo Che Fa sul Nove, programma condotto con grande successo da Fabio Fazio. Il Pontefice, in collegamento con il conduttore, ha mostrato la solita ironia e arguzia e, alla semplice domanda sul come sta, ha risposto: “Sono vivo!”.
Quando, però, Fazio gli chiede se abbia pensato a dimettersi, allora Bergoglio con fermezza replica: “Le dimissioni sono una possibilità aperta a tutti i Papi, ma al momento non sono al centro dei miei pensieri. Finché mi sento di servire, vado avanti, se cambierà questa condizione sarà da pensarci”.
Il Papa è, poi, intervenuto sulle guerre che attanagliano il mondo in questo momento, a cominciare dallo sterminio nella striscia di Gaza: “Tutti i giorni chiamo la parrocchia di Gaza e mi dicono le cose terribili che succedono. Quanti arabi morti e quanti israeliani morti, due popoli chiamati ad essere fratelli si autodistruggono l’un l’altro”.
"Contro i migranti c'è crudeltà". Papa Francesco a Che Tempo Che Fa, la stoccata
Tra le cause che favoreggiano maggiormente i conflitti c’è, ovviamente, l’economia legata alle armi, che Papa Francesco condanna fermamente: “Il commercio che dà di più è il commercio delle armi. Tante volte le guerre continuano o diventano più estese per vendere più armi o provare armi nuove”.
C’è possibilità di perdono per chi perpetua le guerre? Il Pontefice risponde così: “Il perdono è per tutti. Dio non si stanca di perdonare. Dio perdona sempre. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Dio perdona tutti. Il cuore indurito diventa incapace di chiedere perdono. Questa è una cosa brutta. I fabbricatori di armi sono fabbricatori di morte, ma il Signore non si stanca di perdonare”. Cosa preoccupa maggiormente il Papa in questo momento? Non si va molto lontano: “La guerra mi preoccupa, il dramma dei migranti, i bambini che vengono scartati e che non sorridono più e questo è criminale".