Mauro Corona, "vivere senza ammazzare?": Berlinguer e pubblico senza parole
E pensare che noi, qui in Occidente, forse avevamo iniziato a pensare che le guerre, almeno alle nostre latitudini, non le avremmo più viste. Almeno le guerre guerreggiate, quelle con le armi. Ecco, pur non essendo ancora arrivato un conflitto, dal 2022 in poi, dall'invasione dell'Ucraina voluta da Vladimir Putin, abbiamo iniziato a percepire la guerra come un qualcosa di molto più vicino, come un qualcosa di reale e di possibile.
Ecco, dopo la Russia contro l'Ucraina, ormai da 100 giorni assistiamo a una nuova e brutale guerra in Medio Oriente: l'attacco di Hamas ad Israele, la risposta, dunque il nuovo scenario di guerra nel Mar Rosso, con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna che attaccano i ribelli yemeniti Houthi, foraggiati dall'Iran. Sullo sfondo, il caso-Taiwan, con la Cina data sempre nell'imminenza di un attacco. Guerre, insomma. Uomini che uccidono altri uomini. Ma cosa spinge un uomo a uccidere un suo simile? È questa la domanda posta da Bianca Berlinguer a Mauro Corona, lo scrittore e alpinista che è presenza fissa a Prima di domani, il format condotto in access prime-time dalla Brelinguer su Rete 4.
A tal domanda, ecco che Corona risponte: "Non me ne intendo, non so i motivi per cui un uomo ammazza l'altro. Ma ricordo una frase di Francesco Guccini, che diceva: io non credo che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare. Uno scrittore italo-francesce, Jean Juneau, diceva: odio la guerra perché è inutile", premette.
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Dunque una terza citazione: "E Michelangelo quando capì che a Firenze si picchiavano e si ammazzavano, quando c'erano le faide, interrogò la notte la scultura che orna la tomba funebre di Giulio II Della Rovere, e chiese alla statua di marmo: ma cosa ne pensi di queste guerre? E lei rispose, ovviamente è un sonetto di Michelangelo: caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso, mentre che 'l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m'è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso. Ecco, ci vorrebbe un altro Umberto Eco, si ricorda la fenomenologia di Mike Bongiorno? Ecco, che scriva la fenomenologia del sovrapporsi", conclude Mauro Corona.