Tg1, ecco da chi viene "battuta" Chiara Ferragni: un segnale chiarissimo
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CHI SALE (Tg1)
A occupare i notiziari della settimana sono state due storie per certi versi speculari. Da una parte l’incredibile ascesa e la caduta di una ragazza di provincia che ha fatto della propria vita un brand, dall'altra il tentativo di creare un club di squadre per happy fews, super ricchi che garantiscano un calcio interpretato da atleti iper selezionati modellati per un'audience soprattutto digitale e televisiva e con una certa puzza sotto il naso.
L’ipotesi di una Superlega impatta come un terremoto sulle scalette dei telegiornali giungendo a togliere spazi alle polemiche sul Mes, sul caso Ferragni e sull'ennesimo tragico femminicidio. Si parla di un incremento in media di un punto di share e fino al 10% in più in termini di spettatori. Per i pubblicitari un chiaro segnale di “allarme sociale” che alberga nello sconfinato pubblico delle furenti arene calcistiche.
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L’ ipotesi di un campionato haute couture, indebolirebbe i campionati nazionali, e avrebbe quindi un forte impatto politico. E si vede dai dati di OmnicomMediaGroup. Il Tg1 delle 13.30, per esempio, tra giovedì e venerdì è cresciuto di quasi 200mila spettatori, coni giovani 15/19 anni al 24% di share e i 20/24 anni al 22%, le grandi città oltre 250mila abitanti al 27% e i laureati vicini al 30%. Immaginiamo le nostre piazze invase da una marea simile.
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